Oggi in Sardegna sciopero generale

11 Novembre 2011
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Red

Ma pensate che i lavoratori si battano per l’attuazione delle misure che lor signori della BCE e del FMI hanno dettato a Roma? Ch’essi vogliano versare ancora lacrime e sangue, come predicano in tanti sulle spalle altrui? No, loro lacrime e sangue ne hanno versato già e tanto, e ancora ne versano insieme alle loro famiglie. No, loro voglio altro. Non per ulteriori sacrifici, ma per il lavoro, i diritti, le riforme e per lo sviluppo della Sardegna, CGIL, CISL e UIL hanno proclamato per oggi uno sciopero generale di tutti i lavoratori della regione. Per uscire dalla crisi dalla parte del lavoro i lavoratori daranno vita ad una manifestazione popolare che attraverserà la città di Cagliari. Il corteo partirà alle ore 9 da Piazza Giovanni XXIII e arriverà a Piazza Jenne.
Le tre organizzazioni sindacali rivendicano, innanzitutto, «un Piano di Rinascita della Sardegna», che sia fondato, spiegano, «su un vero programma straordinario per il lavoro, soprattutto dei giovani e delle donne, che incentivi adeguatamente la creazione di nuova occupazione e la stabilizzazione dei posti di lavoro». I settori produttivi, l’artigianato, l’agricoltura e le infrastrutture «devono essere difese attraverso gli investimenti». CGIL, CGIL e UIL Sardegna sottolineano, inoltre, come sia importante mobilitarsi per la «valorizzazione dell’ambiente e del territorio, per il rilancio delle zone interne, per la salvaguardia delle piccole comunità locali e dei servizi diffusi in tutti i territori». Infine, i sindacati ribadiscono la necessità di maggiori risorse per l’istruzione e la cultura, per le pensioni, lo stato sociale ed i servizi sociosanitari.
Per questo, CGIL, CISL e UIL della Sardegna hanno proclamato lo Sciopero Generale e unitamente alle istituzioni locali e alle tante altre forze sociali, associazioni del volontariato civile, tematico e culturale, insieme all’associazione della stampa, ai movimenti giovanili e studenteschi, scenderanno in piazza per protestare e per dire ‘Adesso Basta!’ Ma indicano anche un percorso per uscire dalla crisi, che contrata con le ricette imposte dall’Europa, o meglio dai potentati economici e finanziari mondiali e continentali. C’è nella giornata di lotta anche un obiettivo politico  evidente, benché lasciato in ombra. Anche in Sardegna urge una svolta politica profonda. Di Cappellacci, che pensa solo al mattone, la Sardegna non sa che farsene.

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