Non avrai altro Dio, di J. Assman

18 Agosto 2008
2 Commenti


Recensione a cura di Andrea Pubusa

Non avrai altro Dio. Il monoteismo e il linguaggio della violenza di Jan Assmann.
Volete la prova che le religioni monoteiste sono fonte di integralismi e di guerre? Leggete questo libro di Assmann. L’autore mette in evidenza come le religioni politeiste fossero traducibili nelle diverse società, poiché ogni dio aveva un suo omologo nelle altre comunità: Atena per i greci, Minerva per i latini, Afrodite e Venere, Dioniso e Bacco e così via. Nelle religioni monotesiste invece non esiste altro dio al di fuori di quello adorato dalla comunità considerata. Ecco perché la storia recente del mondo è caratterizzata da una dimensione di violenza tanto più inaudita e imprevedibile in quanto commessa nel nome di dio e delle scritture. In questa temperie, Jan Assmann si chiede se esista una violenza intrinseca del discorso religioso monoteista. Sulla scorta di una rilettura di alcuni brani dell’Antico Testamento, l’autore può ritrovare la radice storica di tale violenza soprattutto nel carattere esclusivo dell’unico dio e nell’immagine consolidata di una divinità irata e punitiva. E tuttavia Assmann contesta che la violenza sia una conseguenza necessariamente inscritta nell’istanza monoteistica e conclude che essa nasce, piuttosto, dall’uso che della religione è stato fatto in senso politico e fondamentalista.

Ecco una recensione tratta dal sito dell’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti - UAAR di Raffaele Carcano del Circolo UAAR di Roma.
Bertrand Russell sosteneva che «se un filosofo è un uomo cieco, in una stanza buia, che cerca un gatto nero che non c’è, un teologo è l’uomo che riesce a trovare quel gatto». Non sono mai riuscito ad apprezzare la teologia: forse perché sono ateo, e dunque la teologia non è altro, ai miei occhi, che “nichilogia”: un vago arzigogolare sul nulla.
La teologia politica, almeno in teoria, potrebbe risultare più promettente: se non altro per cercare di capire come le gerarchie religiose (tutte) cercano di influire sul potere politico, o come il potere politico è in grado di farsi a sua volta condizionare. In realtà, anche questa disciplina fa tuttora scorrere autentici fiumi di inchiostro su poche carte scritte oltre sette decenni fa. Carl Schmitt, che ripropose la formulazione di “teologia politica” nel titolo di un saggio di una dozzina di pagine scritto nel 1922, sostenne che «tutti i concetti più pregnanti della moderna dottrina dello Stato sono concetti teologici secolarizzati». Evidenze a sostegno: nessuna. Nel 1935 fu la volta del teologo cattolico Erik Peterson: il quale, in un saggio di nemmeno una cinquantina di pagine dal titolo Il monoteismo come problema politico, ritenne di aver definitivamente dimostrato come il monoteismo trinitario sia assolutamente incompatibile con qualsivoglia forma politica secolare. Evidenze a sostegno: la sbrigativa citazione di alcuni padri cappadoci e di Agostino (senza che quest’ultimo avesse fatto un esplicito riferimento alla Trinità), sorvolando altresì su quanto accaduto prima (il monoteismo non trinitario degli albori e la celebrazione del legame delle fortune del cristianesimo con l’impero, che trovò il suo massimo apologeta in Eusebio) e soprattutto dopo, come se papi come Gregorio VII, Innocenzo III e Bonifacio VIII, e prima ancora Gelasio, non fossero mai esistiti.
Da quegli anni molti si sono sbizzarriti sulla contesa Schmitt-Peterson, anche se quest’ultimo rispondeva al primo con sole cinque righe in nota. Letteratura che a mio avviso gira anch’essa intorno al nulla, e che fa rimpiangere la sincera ingenuità con cui un pontefice dell’antica Roma, Quinto Muzio Scevola, sostenne che «furono istituite [sic!] tre categorie di dèi, l’una dai poeti, l’altra dai filosofi, la terza dai governanti politici».
La teologia politica, in tempi recenti, ha tuttavia trovato nuova linfa con i lavori di Jan Assmann. Benché anch’egli tedesco, Assmann non è un teologo ma un egittologo, noto per la sua precedente opera, Potere e salvezza (2002). Di Assmann esce ora un piccolo libro, Non avrai altro Dio, che condensa il suo pensiero in una versione decisamente più accessibile. L’incipit è fulminante: «Sono finiti i tempi in cui si poteva interpretare la religione come oppio dei popoli. Oggi la religione si presenta piuttosto come dinamite dei popoli». Le sue tesi, molto criticate negli ambienti ecclesiastici, sono in effetti un po’ politically incorrect. Secondo l’autore, il monoteismo è stato promotore di una nuova forma di violenza, sconosciuta alle religioni politeiste, in quanto si è richiamata direttamente alla volontà divina. In particolare, mentre con il politeismo ogni divinità di una religione era “traducibile”, per le sue caratteristiche, nella divinità di un’altra religione, con il monoteismo la religione dell’altro è diventata la latrice di una non-verità, la «nemica di Dio», «il generatore più importante di estraneità e odio». Non che nelle società più arcaiche non vi fosse violenza, prosegue Assmann, ma essa era presente «in relazione al principio politico della sovranità, non in rapporto alla questione divina»: un problema di potere, non di verità. Una violenza che è stata presto istituzionalizzata da tutti i monoteismi in un canone, e che trova concreta attuazione nella doppia figura del martire che si sacrifica per Dio e nello zelante fanatico che uccide per Dio, vista per la prima volta all’opera con i Maccabei.
È una tesi interessante, seppur non scevra da due punti deboli, quantomeno a parere di chi scrive. Il primo è che Assmann ritiene la religione una condizione dell’esistenza umana, estendendo indebitamente un dato di fatto reale (l’esistenza di concezioni, che definiremmo religiose, in ogni società umana) nel tempo e nello spazio, prescindendo da realtà sconosciute e inconoscibili (la preistoria e il futuro) e da evidenze contemporanee (l’esistenza di un miliardo di non credenti). Il secondo è che, quanto a violenza chiesta da un Dio, anche il politeismo non scherzava: se i conquistadores spagnoli gasavano i propri soldati con il grido di «¡Santiago!», i mexica avevano fatto di Huitzilopochtli la divinità che li aveva condotti da un successo bellico all’altro. La violenza è in realtà insita non tanto nelle strutture politiche ma, allargando lo sguardo, a ogni situazione in cui gruppi umani sono costretti a convivere, fosse anche il pianerottolo di un condominio: ritengo anzi che proprio il romanzo Condiminium di James G. Ballard sia la migliore descrizione delle futili ragioni che portano all’esplodere di conflitti epocali.
L’importanza del libro di Assmann risiede tuttavia nella rilevanza che ha saputo dare all’accentuata dualità insita nel monoteismo, rendendolo un’ideologia che solo con molta difficoltà può adattarsi, come tutti ben sappiamo, a una società multiculturale. Il monoteismo radicalizza le contrapposizioni tra comunità diverse ponendo la religione, anziché la patria, al centro del confronto, conferendogli un surplus di animosità che deriva dalla pretesa di agire in nome di Dio, e soprattutto dalla disponibilità di sacrificarsi in nome di Dio. Per quanto i tempi siano cambiati, quantomeno in Occidente (il cardinal Bertone non mi sembra aver la stessa propensione al martirio di uno shahid), ciò è stato dovuto solamente al depotenziamento della religione operato dalla democrazia, dalla secolarizzazione e dalla laicizzazione delle istituzioni. Fa dunque bene Assmann a concludere il suo libro invocando la praticabilità, ma soprattutto la necessità della depoliticizzazione delle religioni monoteiste: non per la loro conseguente purificazione, che interesserebbe solo i rispettivi fedeli, ma per il venir meno di una fonte latente di conflittualità, argomento che viceversa interessa l’intera umanità.

2 commenti

  • 1 Rizzo Antonio
    11 Gennaio 2011 - 17:07

    Beh.!!!in fondo la religione Romana era e fù molto tollerabile con i suoi sudditi,solo quando decadde,e successivamente le fede monoteista del Cristianesimo Paolino subentrò servendosi del Potere si aprirono scenari “Apocalittici”di persecuzioni,eccidi e quant’altro nel nome di un dio inventato a tavolino,e perdippiù figlio di un dio che “Arma le mani alla battaglia,che muove le dita alla guerra e che siede con i Potenti”oggi le armi sono la Parola i Dogmi,le sottili politiche di Potere ,che a gli occhi acuti di un Gesù Ebreo non sarebbero passate inosservate nè tantomeno tollerate,il vero Cristianesimo langue sotto una coltre di Falsità e Menzogne e di Criminalità perpetrata verso “L’Altro”che più che Amato era Odiato,era visto come e quale Ostacolo verso un Tornaconto Personale…e la Storia è lì che attende la sua Verità Storica..ma L’Uomo è assuefatto del suo Malessere sanguinario egli è programmato per Uccidere i suoi “Fratelli”in nome del suo DIO,come fece Mosè che oedinò lo sterminio di oltre la metà,(..circa 30.000..),del suo popolo perchè così le ordinò il suo DIO,il dio Geloso,e la storia si ripete all’infinito….

  • 2 Rizzo Antonio
    11 Gennaio 2011 - 17:46

    Oggi non’è poi cambiato di molto ,sotto quei vestiti “Sacerdotali si nascondono le medesime menti criminali ,un pò raffinate,Democratiche ,Diplomatiche nell’esecuzione ,ma sempre operanti la medesima Dottrina ,eliminare il “Vicino di Casa”,depotenziarlo,de-culturarlo ,assoggettarlo a una Politica sociale che si ispira e rispecchia il motivo conduttore ossia:L’Uomo non deve sapere,conoscere le Verità Divine ,solo chi giura e presta Fedeltà alla Chiesa Papale potrà o,sarà difeso dagli attacchi nemici…sempre che esso sostenga la sua Dottrina di in-culturazione sociale,dedita alla cancellazione lenta e progressiva dei suoi acerrimi nemici ..ai quali finge di rispettarli mediante Diplomatici incontri IntrerCulturali,ma il vero scopo è quello di inglobarli nel proprio mondo Culturale..per poi dopo cambiarne la natura ..procedimento ben collaudato con le Religioni o,Fedi che Hanno in Passato subito ciò,,in realtà il Cristianesimo “Papale”è un Sincretismo di Antiche credenze Filosofiche e Religiose esistenti all’Epoca in cui fù,venne creata questa nuova “Religione”Artefice di tutto fù Paolo di Tarso..che se pur ha distanza di Millenni non riuscì a debellare la Natura Sanguinaria ,che da Akhenaton passando per Mosè,i Maccabei,Giudei zeloti ,i sicari e poi sfociata nelle Crociate ,nell’Inquisizione ,Roghi torture e via discorrendo,..intrallazzi di Potere..tutti al fine di “Non Aver Altro DIO All’Infuori di YHWH”

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