Un’altra idea di rivoluzione…scolastica!!!

22 Ottobre 2012
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Rosamaria Maggio - presidente del CIDI di Cagliari

Nel Consiglio dei Ministri del 9 ottobre 2012, il Governo, in sede di approvazione del Disegno di legge di stabilità per il 2013, ha previsto alcune misure che entreranno a gamba tesa nel mondo della scuola, già vessato dagli interventi di questi ultimi decenni.
Sicuramente le notizie che circolano sul blocco dei contratti e degli scatti di anzianità che colpiscono il pubblico impiego, colpiscono anche la scuola, ma quest’ultima un po’ di più se pensiamo che da anni sono bloccati gli scatti di anzianità e che anzi il Governo si era impegnato a destinare  le risorse recuperate dai tagli degli scorsi anni  al personale della scuola .
Ciò non è stato.
La scuola ha accolto il cambio di Governo con la trepidazione di chi pensa che ora sì, “i tecnici”, “i professori”, almeno di scuola si intenderanno e chissà che le risorse non vengano davvero impiegate per migliorare la qualità dell’insegnamento!!
Le speranze in questi mesi sono andate via via deluse, ma ora ciò che si paventa è un’altro colpo grave per la scuola e chissà se il paese sarà in grado di capirlo!!!
Ciò che si dice all’art. 3 del Disegno di legge di stabilità, è appunto che l’orario di cattedra verrà portato da 18 ore settimanali a 24 ore settimanali nelle scuole superiori di I e II grado.
La scuola dell’Infanzia e la Primaria rimangono fuori dal disegno di legge perche già l’orario è di 25 ore per l’Infanzia e 22 per la Primaria più, per quest’ultima, 2 di programmazione.
Che cosa comporterà per la scuola secondaria questa modifica?
Per capirlo occorre chiarire in che cosa consiste il lavoro degli insegnanti delle scuole secondarie.
Intanto l’attività scolastica prevede, oltre alle 18 ore in classe, un’ attività a scuola che consiste in riunioni, incontri con le famiglie, consigli di classe, collegi dei docenti, partecipazione a commissioni, preparazione di progetti ecc. Insomma  comprende un’attività dei docenti che va oltre le ore di lezione in classe e che è indispensabile per far funzionare la scuola.
La maggior parte di queste attività non vengono  retribuite come prestazioni eccedenti l’orario di servizio, ma rientrano negli obblighi del docente e quindi nell’orario di servizio.
Esiste poi una attività individuale del docente che deve essere svolta, e spesso  deve essere documentata, che è quella di correzione compiti, di preparazione della programmazione didattica, di preparazione delle lezioni, delle relazioni sul lavoro svolto, della predisposizione delle comunicazioni alle famiglie (infra, tri o quadrimestrali e finali), della preparazione del materiale didattico, di tutto il lavoro che viene svolto prevalentemente a casa propria, perchè le scuole non destinano ai docenti degli spazi idonei né viene fornito il materiale necessario come i pc,  l’utilizzo di internet, carta, penne , libri, tutto materiale sempre a carico del singolo docente.
Nelle scuole europee l’orario di lavoro è mediamente inferiore (16,3 ore settimanali è la media europea) a quello degli insegnanti italiani.
Già questo sarebbe un motivo sufficiente per ritenere questo provvedimento arrogante, posto in essere in violazione dei diritti del lavoratore, ecc.
Ma ciò che  preoccupa sono gli studenti.
Infatti lungi dal portare un miglioramento alla didattica ed al funzionamento della scuola, questi provvedimenti serviranno esclusivamente a ridurre ulteriormente il personale, in quanto i docenti verranno utilizzati per coprire spezzoni di cattedra, o cattedre nell’organico di fatto, per supplenze brevi o  per il sostegno, con una riduzione di circa 30.000 posti di lavoro. Questa riduzione di organico a parità di prestazioni sarà tutta a carico dei docenti e del loro già magro stipendio.
Queste sono le ragioni per cui sarebbe gravemente lesivo del diritto di “apprendere” di ciascun allievo.
Qualcuno obietterà: ma nella scuola dell’infanzia si fanno 25 ore e nella primaria 24!!!
Il punto è che le 25 ore dell’insegnante dell’infanzia sono impiegate in una sola classe e nella primaria normalmente in 2, anche se dagli interventi dell’era Gelmini purtroppo, anche nella primaria, in molti casi, ci si trova a dover insegnare magari solo in un’area disciplinare in più di 2 classi.
E questa è la tragedia!!
Fare dell’orario cattedra uno spezzatino, come nelle superiori di I e II grado, adultizzare anche la primaria, significa togliere allo studente quei tempi distesi di cui l’apprendimento necessita.
Per questo 24 ore, in un sistema organizzato con insegnamenti disciplinari spezzettati in più classi, per centinaia di studenti a docente, è diverso che un orario cattedra di 24 ore da spendersi in una o due classi.
Ovviamente in un percorso superiore occorre privilegiare anche la disciplinarietà e quindi la conoscenza approfondita del sapere, adeguata allo sviluppo biologico del ragazzo dagli 11 ai 19 anni, che è diverso da quello dei bambini dai 3 agli 11 anni.
Per questo anche l’organizzazione del lavoro in un percorso di base è diverso da quello di un percorso di studi superiori.
Non solo .
Ci chiediamo anche come finirà il concorso a cattedra per circa 12.000 posti.
Il rischio è che finisca come quello per Dirigenti scolastici, bandito per circa 2.800 posti ma che alla fine ha visto solo poco più di 800 assegnazioni!!!
Sembra di essere al super mercato davanti ad una promozione: prendi tre paghi 2. Infatti ogni 3 docenti a 24 ore si risparmierà un docente  !!!
Questo significherà che ogni docente potrà avere 3 o 2 o 1a classe in più ( 90 o 60 o 30 studenti in più), con tutti i problemi connessi al carico di lavoro che diventerà insostenibile.
Lancerei una sfida al Ministro ed al suo Governo: aumentiamo pure l’orario di servizio anche a 36  ore, con 18 ore di lezioni frontali ed il resto da destinare a scuola per riunioni, ricevimento famiglie, tutoraggio degli studenti in difficoltà.
 Teniamo i ragazzi a scuola a tempo pieno, come nelle primarie ed in Europa, questo si che sarebbe avvicinarsi alle migliori pratiche europee, garantiamo la mensa, lo sport ed anche il cinema, il teatro e la musica a tutti gli studenti, nelle loro scuole, con i loro insegnanti che potranno essere incontrati in tempi distesi, nei luoghi adatti e non di corsa negli anditi o per strada, ed allora forse avremo un miglioramento della qualità nel processi di insegnamento- apprendimento.
Ma per far questo bisogna avere una idea di scuola per tutti , di scuola che non lascia indietro nessuno, ed un Governo che abbia voglia di trovare le risorse da investire in una vera rivoluzione; questa si che lo sarebbe!!!

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