Governanti, non dovete indignarvi, dovete fare!

13 Febbraio 2013
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Gianna Lai

Chi governa non deve solo indignarsi, ma dire cosa ha fatto, cosa farà, come interverrà, sui fatti che creano indignazione fra i cittadini. E dire come mai  non c’è stata risposta alle giuste richieste dato che, se lui si sta indignando, l’offesa, l’ingiustizia, sono evidentemente ancora in corso. E dato che, quando il cittadino si indigna dice sempre cosa si dovrebbe fare, cosa dovrebbe fare chi governa, per impedire comportamenti illeciti.
Napolitano si indigna giustamente contro il  razzismo e il fascismo nella Giornata della memoria. E di  fronte ai sindaci leghisti che toglievano le panchine negli anni scorsi, per impedire agli extracomunitari di sedersi e sostare nelle piazze insieme agli ‘italiani’? E di fronte al recente manifesto leghista contro il presidente della provincia di Trento, che recita così, ‘Un extracomunitario sposato con quattro figli può incassare dalla provincia autonoma di Trento fino a 2000 euro al mese. Tutto questo senza lavorare‘?  Mentre i cittadini chiedono che si intervenga, cosa ha fatto contro questo grave episodio di razzismo, se non semplicemente indignarsi e dire che non va bene, che è da fascisti? Dobbiamo necessariamente assuefarci al razzismo, abituarci alla sua avanzata nel paese? Che ne diciamo della Bossi-Fini? Che ne diciamo di una Mussolini che siede in Parlamento per sostenere la causa fascista del nonno, il nonno statista che ha fatto anche cose buone? Vi immaginate oggi in Germania un parlamentare di nome Hitler, eletto a sostenere la causa nazista, che offende tutti i tedeschi dicendo che  pure qualche cosa di buono anche Hitler  l’ha fatta? Chi mai lo candiderebbe? Ma lì la  Merkel, avendo i tedeschi fatto i conti col nazismo più di quanto  non si sia fatto noi col fascismo,  interviene in ben altro modo nella Giornata della memoria. E  denuncia  gli orrori del nazismo e le responsabilità di un’intera classe dirigente , senza il cui sostegno, dice giustamente, Hitler non avrebbe  potuto provocare la Seconda guerra mondiale e sterminare milioni di persone.
E se si impedisse di  offendere gli italiani mettendo al centro la Costituzione, quando Berlusconi oscura l’evento della Giornata della della memoria con la difesa di Mussolini, per conquistare in campagna elettorale le prime pagine dei giornali? Così come, del resto, succede a Cagliari per ogni 25 Aprile, da oltre dieci annni, quando i fascisti si impossessano della Piazza Gramsci e depongono corone al Milite ignoto, dopo che lo hanno appena fatto le autorità locali. E  conquistano così, i fascisti, le prime pagine dei giornali locali, che non parlano del significato della Giornata della Liberazione, delle manifestazioni popolari nelle vie cittadine ma, piuttosto, di come sono andati gli scontri tra fascisti e antifascisti, quanti sono i denunciati, ecc. Anche il Sindaco di Cagliari, invitato al  dibattito sulla Giornata della memoria il 28 Gennaio, si indigna giustamente contro fascismo, nazismo e sterminio degli ebrei, senza tuttavia dire ai cittadini cosa ha fatto e cosa farà per impedire che Cagliari sia ancora oltraggiata da manifestazioni fasciste, e saluti e canti fascisti e corone fasciste, proprio il 25 Aprile e davanti ad un monumento del Comune, di cui ha la gestione e la custodia. Come l’Italia da Berlusconi,  il Giorno della memoria. Cosa rispondere ai cittadini indignati che vogliono difendere la democrazia e la Costituzione, che vogliono Cagliari città antifascista,  e un 25 Aprile di impegno, di partecipazione e di lotta ai nuovi razzismi e fascismi? Avrebbe dovuto parlarne il Sindaco, quando ha detto che la memoria serve a impedire che possa ancora succedere. Qui succede, mentre ci dovrebbe rappresentare tutti, il sindaco, precludendo l’accesso del Monumento di via Sonnino ai fascisti, secondo un mandato che ha il senso di  trasformare in azione la volontà e le aspirazioni popolari. Come ha fatto Pisapia a Milano  aprendo il binario 21, e segnando una  forte presa di coscienza dell’intera città.
Attraverso la lucida partecipazione al presente si attiva la vigilanza democratica, diceva Enzo Collotti a Cagliari il 28 gennaio in occasione della Giornata della memoria. E lo capiamo meglio ora, aggiungeva  Sandro Portelli, che stiamo vivendo, con la schedatura dei Rom e con la formazione dei movimenti neofascisti,  quei ‘passi intermedi’ che, agli inizi del Novecento, hanno preparato il terreno alla nascita del fascismo e del nazismo.

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