Caro Massimo, che peccato!, non sei riuscito a farti commissariare

19 Dicembre 2013
7 Commenti


Amsicora

Caro Massimo,
lo so che volevi entrare nel guiness dei primati: essere il primo sindaco al mondo che si fa autocommissariare dal ministero. Come dire, che anziché esercitare la funzione quale rappresentante dei cagliaritani, hai chiesto per noi, al tuo posto, una sorta di podestà scelto dal Ministro. Nonostante la tua buona volontà, non ci sei riuscito. Ma non devi rattristarti. Tu il tuo impegno lo hai profuso.  Non sei stato accontentato! Pazienza! Del resto si sa, i culi di pietra della burocrazia ministeriale sono insensibili e poco perspicaci. Non sanno leggere l’animo umano e capirne i più reconditi sentimenti. Per loro esiste solo la impersonale macchina organizzativa. E siccome a Cagliari ci sono le condizioni perché il CDA del Teatro funzioni, senza bisogno di intervento dall’alto, la tua richiesta è stata cassata senza neppure indagare sulle ragioni profonde del tuo gesto. Hai visto la nota ministeriale? Fredda, impersonale, del tipo di quelle che si scrivono ad un amministratore qualunque, non ad un giovane sindaco voglioso di novità e di primati impensabili come te.
Ora, dovresti finalmente aver capito che l’amministrazione, i giudici amministrativi, la sovrastuttura come si diceva un tempo, non ammette fantasie, ma è burocraticamente seriosa, non si eleva, sta tremendamente vicina a terra, vola basso. E tuttavia tu continui a fantasticare, pur dopo aver preso tardivamente atto che Marcella Crivellenti, a seguito dell’annullamento del Tar, non ha titolo per rimanere in un ruolo cui tu l’hai imposta con un colpo di teatro mai visto. Ora, stai tergiversando sulla nomina del nuovo soprintendente. Vuoi tirar fuori dal cilindro una delle tue pensate così alte da non essere capite dai comuni mortali. Ma bada che il cda, dopo aver ratificato la decadenza di Marcella Crivellenti in esecuzione della sentenza del Tar, non ha molto da cercare: ci sono ben 44 manifestazioni di interesse. Possibile che fra questi non ci sia una persona seria e capace? Ma dai, Massimo, metti i piedi per terra, esci dal mondo dorato della cricchetta: anche fuori dal tuo piccolo giro c’è  gente valida! Anzi, è proprio lì che la trovi. Non avranno le tue fantasie,  ma, terra terra, lavorano sodo e con impegno.
Tu giochicchi, dicevo, e t’inventi un parere legale pro veritate sugli aspetti tecnici del contratto tra la Crivellenti e la Fondazione. Sei preoccupato, vero? E hai ben ragione. Le tue stravaganze amministrative potrebbero costarti care, perché hanno comportato l’erogazione di uno stipendio di 10.000 euro al mese. Se non ti offendi, ti dico che è stato più avveduto di te Pietrantonio, che, pur non essendo -  come te - un moralizzatore di SEL, quando Letta zio gli ha segnalato la Crivellenti, l’ha adibita alla biglietteria come precaria. Quanto al mese? 1.500 euro? Morale della favola. Tu in due mesi le hai dato lo stipendio che Pietrantonio le ha dato in un anno. Non ti sembra troppo!
Ma in conferenza stampa, col petto in fuori, quando avevi minacciato esposti all’Ordine degli avvocati, contro il mio amico Andrea Pubusa, che dallo spavento non si è ancora ripreso, tu hai parlato di funzionario di fatto. Hai detto che la Crivellenti, dopo l’annullamento, era pur sempre un funzionario, seppure di fatto. Ma ne hai parlato a vanvera. Forse qualcuno te lo ha suggerito e tu lo hai ripetuto senza approfondire. Perchè dovresti sapere che al funzionario, divenuto di fatto a seguito dell’annullamento della nomina, spetta comunque il compenso fino alla data del travoglimento del rapporto di servizio. Quindi, anche se io sono incompetente, qualche amico che ne capisce mi ha detto che la prebenda che le hai accordato, fino al deposito della sentenza, le spetta. Tu stesso hai detto che ha fatto bene e che è competente! Si tratta di vedere su chi graverà l’onere in definitiva. Ma questo ormai è roba passata e sarà la Corte dei conti a dire se sarai tu, alla fine, a doverti sobbarcare la spesa. Io, da garantista impenitente, naturalmente ti auguro di no, anche se so che in tanti a Cagliari vorrebbero che tu assaporassi le conseguenze delle tue disastrose iniziative amministrative. Ma la gente - si sa - è spesso insensibile, dura di cuore, io no, non ci riesco, sopratutto con te non riesco a incattivirmi, sono tenero.
Dunque, il Ministero ti ha detto che il CDA è regolarmente formato e può funzionare. Caro Massimo, dammi retta, ravvediti!, abbandona i tuoi progetti stellari. Torna alla prosaica e noiosa buona amministrazione. Se proprio ci tieni,  nomina Cabras al posto di Cincotti e fai lavorare alacremente il CDA per salvare il Teatro. Pensa ai dipendenti che hanno capacità, energie, passione e tengono famiglia. E pensa a noi amanti della bella musica che attendiamo il programma per la prossima stagione! Così puoi chiudere definitivamente la triste parentesi Crivellenti iniziata il 1° ottobre del 2012. E chissà forse col tempo la gente dimenticherà, anche se le fantasie (per il volgo, le minchiate) amministrative come le tue son difficili da scordare perché non vengono contemplate neppure fra i casi di scuola.
Caro Massimo, so che ti sei lamentato con comuni compagni per alcuni miei articoli. Critica ingiusta ed eccessiva, hai confidato. Addirittura minacce, secondo Piras, che, essendo deputato, si sente libero di dire cavolate in libertà. Ma, sia detto per inciso a Piras, l’immunità parlamentare per le opinioni espresse, non copre le cazzate, che tali rimangono anche se dette nell’esercizio del mandato. Ma tornando a te, Massimo, se ci pensi ora e a mente fredda, ti renderai conto che l’unico amico tuo in questa vicenda sono stato io. Se tu mi avessi ascoltato fin dall’inizio, avresti corretto subito il tiro, senza subirne gli enormi contracolpi d’immagine e di consenso. Non avresti avuto il braccio di ferro coi lavoratori. E bada bene con tutti, anche coi compagni della CGIL. Non avresti avuto l’avviso di garanzia. So che questo oggi in politica fa curriculum, anche nella sedicente sinistra, basta guardare il PD sardo, dove chi non ce l’ha deve essersi dato alla clandestinità, perché non si vede. Ma devi ammettere che pure i più disattenti si accorgono che Uras e Piras sono severi con la Barracciu, giustamente, ma non lo sono con te, che sei nella stessa situazione. E poi non dimenticare che l’abuso d’ufficio può comportare la decadenza dai pubblici uffici. E poi che fai? Per riprendere gli studi forse è tardi. Ti saresti risparmiato i commenti dell’opinione pubblica democratica cagliaritana che si manifestano - mi spiace dirlo - con lazzi e frizzi, come per la Barracciu. Hai sentito quei mattacchioni di Vito ed Elio la mattina, a radio X? Se la ridono e fanno ridere. E ti saresti risparmiato anche l’indagine della Corte dei conti, che è sempre fastidiosa perché bussa alla tasca tua, non a quella del Comune o del Teatro.
Ma questa è acqua passata. Ora che il Ministero ha chiuso le porte al commissario, tutti si chiedono quale sarà la tua prossima mossa. E molti si aspettano altre amenità. Qualcuno dice che vuoi impedire al CDA di approvare il bilancio, per ottenere finalmente il sospirato commissario. Ma son malelingue. Io, invece, sono certo che tu farai come comandano il buon senso, le sentenze del Tar e come ti chiedono i sindacati “in coro” (non a caso sono i sindacati del Teatro): ripartirai dalla manifestazione d’interesse, la procedura, anche su tua proposta, adottata inizialmente, e mai revocata, dalla Fondazione per scegliere il soprintendente.Vedrai che tutto tornerà alla normalità. Ed io riprenderò a parlar bene di te, come ai tempi in cui ti ho votato, speranzoso. Attento, però, anche ai dipendenti comunali! Non fare cavolate anche lì. Corre voce che tu abbia negato ai lavoratori il festivo, che Floris, invece, in ossequio anche alla Costituzione, riteneva un diritto sacrosanto dei dipendenti. E se lo riconosceva lui, che era ed è di destra, cosa devi fare tu che non sei solo di sinistra, ma di sinistra-sinistra? Come Piras e Uras. 

7 commenti

  • 1 Antracas
    19 Dicembre 2013 - 09:11

    Ecco in verità a cosa pensa Massi, lui ha pronto il suo nuovo colpo di Teatro. L’avvocato di parte scelto ha già preparato il suo parere in 48 ore e l’argomento in discussione è questo: come detto, la riforma del 2012 disciplina espressamente le conseguenze derivanti da un licenziamento illegittimo, in quanto comminato in violazione della normativa prevista in materia di tutela della maternità e paternità.
    In particolare, il nuovo testo dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori stabilisce che il licenziamento comminato in violazione delle disposizioni legislative in materia di tutela della maternità e paternità debba essere dichiarato nullo dal giudice, che dovrà, pertanto, applicare la cd. tutela reintegratoria piena.
    Conseguentemente, la lavoratrice illegittimamente licenziata per questo motivo avrà diritto a:
    essere reintegrata nel posto di lavoro;
    ottenere il risarcimento del danno per il periodo successivo al licenziamento e fino all’effettiva reintegra, dedotto quanto percepito da altra occupazione (il risarcimento non può comunque essere inferiore nel minimo di cinque mensilità di retribuzione);
    ottenere il versamento dei contributi assistenziali e previdenziali per tutto il periodo dal giorno del licenziamento a quello della reintegra;
    esercitare il cd. diritto di opzione, ossia scegliere fra la reintegra e l’indennità sostitutiva pari a quindici mensilità della retribuzione globale di fatto.

    Risposta

    Qui mi pare che l’art. 18 non c’entri. Nel caso della Crivellenti c’è un annullamento da parte del Giudice amministrativo dell’atto di nomina. Non c’è bisogno di licenziamento. Questi annullamenti, infatti, travolgono retroattivamnte, fin dall’origine, il rapporto di servizio. Il rapporto giuridico è sciolto dal Giudice amministrativo. Sul piano giuridico è come se non fosse mai esistito. Rimane per il passato l’assegnazione all’ufficio e l’attività svolta, che è un’attività di fatto (si parla appunto di “funzionario di fatto”). Questa attività non può essere cancellata e dev’essere remunerata. Per lo scioglimento del contratto il Tar non ha giurisdizione e l’ha declinata nella sua sentenza. Se non c’è accordo, la Fondazione deve chiederlo al Giudice ordinario, che tuttavia deve annullarlo, prendendo atto della sentenza di annullamento del Giudice amministrativo. Mi pare dunque che dal deposito della sentenza del Tar alla Crivellenti non spetti alcun compenso. Ma queste sono osservazioni in libertà, L’autorevole professionista cui Zedda si è rivolto, carte alla mano, saprà dire con più precisione. Rimane poi da vedere chi alla fine pagherà. Qui Zedda rischia molto sia in relazione agli emolumenti della Crivellenti (qui però - se ben difeso - potrebbe cavarsela), ma le spese del giudizio davanti al Tar, fra l’altro, senza delibera del CDA, se chiamato dalla Corte dei conti, rischia di pagarli di tasca. Ma noi speriamo di no. Ciò che ci interessa è che Zedda rinsavisca e il Teatro ripreda a funzionare al meglio e in serenità (Amsicora).

  • 2 paulsc
    19 Dicembre 2013 - 13:10

    L’unica cosa che non ci dovremmo augurare è che venga scelto come nuovo sovrintendente il signor Meli, visto che è stato il maggior responsabile del dissesto finanziario del Lirico di Cagliari. Biolchini docet!!

  • 3 Antracas
    19 Dicembre 2013 - 14:03

    Grazie Amsicora per questo brillante e illuminato chiarimento!!!! gli specchi sono sempre più scivolosi e l’arrampicata è sempre più complicata…..ma pare che ci sia una situazione analoga al Comune dopo le sentenze Tar e da quella derivi l’ispirazione all’art 18 (sempre da lì arrivano i suggerimenti….. questa volta si! ben poco “illuminati”),ed è così che riappare l’atavico dubbio del ragazzo: è nato prima l’uovo o la gallina ????

  • 4 Alberto Rilla
    19 Dicembre 2013 - 14:54

    Ancora lana caprina.
    E’ evidente che il contratto, atto di diritto privato, è travolto dall’annullamento della delibera di nomina sotto la specie del vizio della volontà del contraente: si tratta quindi di vicenda patologica originaria, mentre il licenziamento è un atto di recesso dal rapporto di lavoro successivo; neppure può invocarsi qualsivoglia fattispecie di licenziamento mascherato, dal momento che la cessazione del rapporto deriva da una pronuncia di giudice per nulla provocata dal datore di lavoro che ha debitamente resistito in giudizio.
    Ma basta con queste fesserie per piacere … stanno davvero facendo rimpiangere Emilio Floris!
    Ma chi è la Crivellenti, per caso è la cugina di Obama? Vorrei proprio saperlo …

  • 5 paulsc
    19 Dicembre 2013 - 16:00

    Detto che son questioni che si risolveranno per via legale, detto che il Lirico ha bisogno di una guida, che non si vuole sia un commissario, chi si vuol nominare? Uno dei famosi 44? E su quale criterio? Il curriculum? Ci sono due particolari da prendere in considerazione. Il primo, il nome caldeggiato e suggerito, a suo tempo, dai sindacati, pare non fosse tra le 44 manifestazioni di interesse presentate. Secondo particolare, i due precedenti sovrintendenti, Di Benedetto e Pietrantonio non son stati bocciati da una sentenza del Tar, ma da dinamiche interne al Lirico stesso. Meli, uno dei ricorrenti, lasciò il Lirico non senza strascichi polemici e debiti dal dubbio ammontare. Come sbrogliare questa intricata matassa?

  • 6 Alberto urbi
    19 Dicembre 2013 - 21:31

    Domanda tecnica: ma una manifestazione di interesse che ha circa 1 anno e mezzo é da intendersi ancora valida? Mi domando se i partecipanti siano ancora interessati e dunque come si debba procedere per verificare la sussistenza dell’interesse medesimo.

    Risposta

    E’ il CDA che deve decidere, rientra nella sua discrezionalità proseguire nella procedura, riaprire i termini per le domande o revocorla. Deve farlo con atti adeguatamente motivati ed esenti da vizi anche logici. Se il CDA non revoca legittimamente la procedura deve riprenderla e concluderla. Lo ha detto in sentenza anche il Tar. Certo è che, allo stato attuale, chi ha presentato i ricorsi al Tar e li ha vinti ha un interesse qualificato (protetto dalla legge) alla conclusione della procedura. Penso che, passata in giudicato la sentenza senza la ripresa delle procedura, costoro chiederanno al Tar l’ottemperanza e se la Fondazione prosegue nella sua inerzia il Giudice amministrativo può nominare il commissario ad acta in sostituzione, per questa singola pricedura, del CDA. Ma si spera che Zedda smetta di far male e farsi male.

  • 7 Antracas
    20 Dicembre 2013 - 00:13

    paulsc, scusi ma quale nome caldeggiato dai sindacati????Non faccia di tutta l’erba un fascio la prego…. Il Curriculum è sicuramente poco, per fare una scelta….ma io ricordo una proposta ottima fatta dal PD che inizialmente Zedda sposò, ma poi sparì nel nulla. Scegliere una short list di quelli aventi più requisiti e convocare i candidati sentendo quali sono il loro progetti di rilancio e se ci fosse un piano industriale non sarebbe male.Comunque ricordi che la nuova legge Valore Cultura stabilisce che debba essere il Ministro a fare l’ultima scelta….

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