Dalla Grecia uno stop all’Europa dei cannibali

6 Luglio 2015
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Red

Lor signori pretendevano che i greci dicessero sì a chi, in Europa e in Grecia, li ha messi in  ginocchio e liquidassero chi oggi tenta di difendere con fermezza anzitutto la loro dignità. E invece ha vinto il “no”, ma ha vinto soprattutto il governo Tsipras che ha deciso di lasciare il tavolo dei negoziati per chiedere il parere degli elettori sulle proposte delle potenze europee. Una scelta da molti considerata azzardata e che ha messo in discussione la tenuta dello stesso esecutivo. Il premier ha deciso di non commentare il risultato dalla piazza, ma di fare il suo discorso in tv per parlare a tutta la nazione e dare un messaggio d’unità al Paese: “Abbiamo dimostrato”, ha commentato il premier Alexis Tsipras, “che non si può ricattare la democrazia. Ma non è una rottura con l’Ue, domani ricominciamo a lavorare per uscire dalla crisi e per riportare alla normalità il sistema delle banche”. Il ministro delle Finanze si è rivolto direttamente all’Ue: “Ora l’Europa inizi a curare le sue e le nostre ferite”, ha detto apparso in diretta tv in t-shirt. “Il no è un sì alla democrazia e all’Ue del benessere”.
Da Atene giunge ancora all’Europa un messaggio di democrazia. A grande maggioranza la Grecia ha detto no all’austerità e al piano di ex troika e Unione europea. Oltre il 61 per cento degli elettori ha votato contro il programma proposto dai creditori per risolvere la crisi del Paese. Netta vittoria del “no” sul “sì” che si ferma intorno al 40 per cento. A esprimersi per la linea sostenuta dal governo Tsipras, circa il 70 per cento dei giovani (sondaggi delle emittenti locali). L’affluenza ha raggiunto il 65 per cento (il quorum era del 40%). I sondaggi diffusi dalle tv alla chiusura dei seggi hanno messo subito in evidenza il vantaggio del “no” che era però dato inizialmente solo al 51,5 per cento.
Mentre tutti i commentatori di regime erano visibilmente contrariati da un risultato netto e indiscutibile, la TV mostrava il giubilo composto dei greci. In migliaia di persone si sono radunate nelle piazze di Atene per festeggiare la vittoria. Il partito Syriza ha dato appuntamento davanti alla sede dell’Università ad Atene, là dove aveva festeggiato il risultato delle elezioni di gennaio scorso. Ma - come noit Il Fatto quotidiano - l’attenzione ora va ai negoziati e alle mosse delle prossime ore per riaprire il tavolo delle trattative. Il presidente francese François Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel si vedranno lunedì 6 luglio per parlare del dopo voto: i due hanno chiesto un incontro dell’eurogruppo per martedì 7 luglio e in un colloquio al telefono hanno sottolineato, bontà loro!, la necessità di “rispettare l’esito del voto”. Intanto Tsipras, secondo alcune indiscrezioni, ha telefonato ad alcuni leader europei e a Mario Draghi. Il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem avrà una conference call nelle prossime ore con Juncker, Draghi e Tusk. Ma già in nottata non ha risparmiato le critiche, il risultato è per loro urticante: “Risultato deplorevole per il futuro della Grecia”. Nessun commento ufficiale dall’Ue, mentre da Berlino sono arrivati i primi attacchi. “Ora addio al compromesso”, ha detto il vicecancelliere Gabriel. E la Cdu non è stata da meno: “La Bce blocchi i finanziamenti ai greci”. Quandomai trattare con chi si è permesso di dire no ai diktat tedeschi! Come osano? Lesa maestà!
Dopo la grande prova di democrazia, merce rara ormai in Europa, il governo greco, a scrutinio ancora in corso, si è affrettato a far sapere che è pronto al dialogo: “Ora siamo pronti a chiudere i negoziati in 48 ore. Ora abbiamo un mandato chiaro del popolo”. La prima preoccupazione in Grecia però riguarda la liquidità finanziaria: negli ultimi sette giorni le banche sono state chiuse e la disponibilità è assicurata solo fino a lunedì sera. Poi tutto dipenderà dalle decisioni del board della Bce che lunedì 7 luglio in mattinata avrà una conference call e deciderà a maggioranza come comportarsi. Intanto il ministro Varoufakis sta incontrando i rappresentanti dei principali istituti finanziari del Paese e secondo alcune indiscrezioni la Banca di Grecia è pronta a presentare una richiesta di aumento di liquidità di emergenza attraverso il programma Ela alla Banca centrale europea.
I greci stanno facendo la loro parte. E’ ora che altrettanto facciano i popoli del resto dell’Europa.

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