Soru sbaglia, ma in buona fede

9 Maggio 2017
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Amsicora

Un’assoluzione per chi non sia direttamnte coinvolto nella vicenda è sempre una buona notizia. Bene, dunque, l’assoluzione di Soru. Ma lui, come al solito, esagera: pretende le scuse e se la prende coi suoi critici e coi grillini: “basta - dice - una eventuale prima condanna o addirittura un rinvio a giudizio per essere considerati delinquenti, soprattutto se l’imputato è del Pd“. E no, caro Renato. Il tuo caso dimostra semmai il contrario, e cioé che se l’imputato è del PD si presume in buona fede. Almeno a Cagliari funziona così. E’ accaduto anche per Saatchi.
Un tempo si parlava di teoremi giudiziari. E cioè i giudici che si formano nella testa  degli schemi che usano come criteri di giudizio. Questi teoremi sono stati utilizzati negli anni caldi delle lotte operaie e studentesche, in danno della sinistra extraparlamentare e per gli anarchici. Chi non ricorda il caso Valpreda? E il volo dell’anarchico Pinelli dalla Questura di Milano? Solo la controinformazione consentì di affermare la loro assoluta estraneità alla strage di Piazza Fontana. Per gli esponnti di altri settori politici, quelli di governo, il teorema funzionava in senso opposto. E così sembra oggi accadere nelle Corti cagliaritane, quasi a dare ex post ragione all’ex Cavaliere, che lamentava l’uso di due pesi e due misure e parlava di toghe rosse. Un’esagrazione! Ora, per di più, quel rosso si è stinto, ed è diventato rosa tendente al bianco. Ma tant’è. Le sentenzee si rispettano, e dunque, ammettiamo che Soru commette dei fatti di reato, ma in perfetta buona fede. E, alla fine, siamo felici per lui.
Rimane tuttavia l’aspetto etico, della morale pubblica, che - si sa - va oltre il diritto penale. E qui, se Soru permette, è lui a dover chiedere scusa agli elettori che l’hanno votato e ai sardi che hanno avuto fiducia in lui. Possiamo almeno dire che li ha mal ripagati? O no?

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