Bitti ha un sindaco eletto “fuori legge”: parola della Corte Costituzionale

24 Aprile 2023
7 Commenti


Pubblichiamo questo post proveniente da Bitti perché la questione non ha rilievo solo locale. Ci sono molti sindaci eletti in violazione della legge, che tuttavia non sentono il dovere, giuridico, civile e morale di dimettersi. Quale esempio di rispetto della legalità e della Costituzione può venire da costoro?

Bitzi Alternativa Libera

La sentenza della Corte Costituzionale dichiara illegittima la legge regionale che autorizzava il quarto mandato ai sindaci.
CICCOLINI: SONO SERENO, LA SENTENZA NON MI RIGUARDA.
L’illegittimità costituzionale della Legge Regionale n.9 del 12 aprile 2022, che ha consentito a Giuseppe Ciccolini di candidarsi per la quarta volta consecutiva, aggirando il limite dei 3 mandati contemplati dalla normativa statale.
Già a poche ore dalla notizia della pubblicazione della sentenza, il primo cittadino di Bitti, aveva così commentato sui social: “Apprendo con la giusta serenità, la notizia della sentenza che però non riguarda i Sindaci e i Consigli Comunali già eletti”, aggiungendo proditoriamente: “Come affermato dalla stessa Corte Costituzionale” che, al contrario, sul punto non si è minimamente espressa, destreggiandosi poi in richiami giurisprudenziali e disquisizioni dottrinali di diritto pubblico  omparato, volte a suffragare le sue affermazioni.
Un atteggiamento di assoluta indifferenza per le severe osservazioni della Corte, che nel rilevare l’incostituzionalità della Legge, ha affermato che: “La previsione del numero massimo dei mandati elettivi consecutivi dei sindaci, introdotta come ponderato contraltare alla loro elezione diretta, serve a garantire vari diritti e principi di rango costituzionale, quali la par condicio effettiva tra i candidati, la libertà di voto dei singoli elettori, la genuinità complessiva della competizione elettorale, il fisiologico ricambio della classe politica e, in definitiva, la stessa democraticità degli enti locali”. Parole che pesano come macigni, ma tutto ciò sembra proprio non interessare al nostro Sindaco che imperterrito, da un lato sostiene di non meritare tanta attenzione dall’altro continua a concedere interviste, lasciando interdetti numerosi cittadini.
Anche perché, quelle stesse esternazioni venivano ribadite il giorno seguente, nei principali quotidiani regionali, dove addirittura in uno di essi si parla di “Caso Ciccolini”.
Ciò che desta stupore e che immediatamente balza agli occhi è che su questa vicenda nessun Organo ufficiale proferisce verbo, l’ unico a commentare è proprio uno dei beneficiari di questa legge “truffa” . Il modus operandi è sempre lo stesso, quello usato anche in campagna lettorale, quando andava dicendo che, difficilmente, la legge sarebbe stata impugnata, ma che se anche ciò fosse avvenuto (ci faccio “un pensierino” cit…), non vi sarebbero stati problemi, perché intanto l’ eventuale declaratoria di illegittimità costituzionale non lo avrebbe riguardato, poiché avrebbe esplicato i suoi effetti solo per il futuro.
Ci chiediamo se questo non sia agire con dolo?! E si insinuano in noi ulteriori dubbi, che non sembrano poi cosí privi di riscontri.
Andiamo, infatti, a ritroso nel tempo: il Consiglio Regionale, il 12 aprile 2022, “provvidenzialmente” promulgava una legge che strizzava l’ occhio ai sindaci che stavano per concludere il terzo mandato, tra i quali, ovviamente, anche lo stesso sindaco di Bitti, consentendogli di ricandidarsi per la quarta volta consecutiva, in deroga a quanto avviene nel resto del territorio nazionale, dove secondo la nuova formulazione dell’art. 51, comma 2, del TUEL a decorrere dal 14 maggio 2022, è previsto il limite di tre mandati consecutivi per i sindaci dei comuni con popolazione inferiore a cinquemila abitanti e il limite di due per gli altri.
Fin da subito, appariva con evidenza palmare, che la Regione non avesse esercitato la sua potestà legislativa in “armonia con la Costituzione e con i principi dell’ Ordinamento giuridico della Repubblica”, ma le tempistiche sono molto precise e sembrano essere studiate appositamente per evitare che una possibile impugnazione nanti la Corte Costituzionale, potesse essere presentata e discussa prima delle elezioni, cosa che, infatti, avverrà esattamente 2 giorni dopo queste ultime, con il deposito del ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il 14 giugno 2022.
Non ci è ancora chiaro per quali oscuri motivi e fini, la Regione abbia potuto approvare una legge inqualificabile, in spregio ai princìpi di democrazia, di uguaglianza e di libertà, come peraltro, ben evidenziano le motivazioni della sentenza, apparendo risibili le ragioni a sostegno delle specificità regionali che avrebbero giustificato la deroga.
Come candidati della lista avversaria “Bitzi Alternativa Libera”, abbiamo stigmatizzato fin da subito il pesantissimo vulnus democratico che ha nociuto ai Bittesi.
Non ci sentiamo rappresentati da quei politici che, con manovre poco chiare, hanno dato il loro beneplacito a una legge che non rispetta la Costituzione, nel cui nome giurano di operare e che, di conseguenza, rispettano solo formalmente ma non sostanzialmente.
Noi nutriamo una concezione alta della POLITICA, che si discosta profondamente da quella talvolta messa in atto, intesa come strumento di affermazione personale e in cui si è disposti anche ad andare contra legem, pur di consolidare un sistema da cui noi prendiamo le distanze categoricamente.
Proviamo, invece, una grande soddisfazione nel constatare che l’ eccellentissima Corte Costituzionale ha espresso osservazioni riguardo alla legge, sostenute da noi, anche in campagna elettorale.
Ora, onde contribuire a rasserenare gli animi amareggiati di numerosi cittadini ed elettori, daremo battaglia in tutte le sedi preposte e non ci arrenderemo, perché vogliamo che anche a Bitti tornino giustizia, uguaglianza, democrazia, rispetto dei principi consacrati nella nostra Carta Costituzionale.

7 commenti

  • 1 Aladinpensiero
    24 Aprile 2023 - 03:38

    Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=143162

  • 2 Gianfranca
    24 Aprile 2023 - 15:13

    Mi stupisce che il prof

  • 3 Gianfranca
    24 Aprile 2023 - 15:24

    Continuo il mio commento, aldilà della pseudo sentenza, esiste il volere del popolo bittese, che a netta maggioranza ha democraticamente votato la lista Ciccolini. Di contro chi si ostina a volere le dimissioni, è stato dimesso sempre per volere del popolo.
    Viene anche spontaneo chiedersi, cosa conta di più in democrazia una sentenza fatta da 4 giudici, o il voto espresso liberamente dalla maggioranza dei cittadini .
    E poi perché mai caro Prof, il sindaco eletto, in forza di una legge in vigore, non è esempio di legalità?

    Risposta.

    La decisione della Corte costituzionale non è una pseudo-sentenza, è una decisione che ha eliminato dall’ordinamento con effetto retroattivo la disposizione che consente i quattro mandati. Il sindaco eletto in violazione del limite dei mandati rimane in carica solo perché la sua elezione non è stata impugnata tempestivamente, ma nella sostanza è contro la legge. Per questo non è esempio di legalità. Penso che a Bitti, cittadina di uomini valorosi, ci siano tante persone capaci di far bene il sindaco. Non favorire il ricambio non è un buon segnale.

  • 4 Gianfranca
    24 Aprile 2023 - 19:36

    “Le pronunce di accoglimento della Corte Costituzionale hanno effetto retroattivo, inficiando fin dall’origine la validità e l’efficacia della norma dichiarata contraria alla Costituzione, salvo il limite delle situazioni giuridiche “consolidate” per effetto di eventi che l’ordinamento giuridico riconosce riconosce idonee dal momento che la norma anteriore era pienamente legittima valida ed efficace ,fino al momento della sostituzione.
    questa è la giurisprudenza corrente e accreditata .
    Lei stesso dichiara che “rimane in carica ,solo
    Perché la sua elezione non è stata impugnata “ sarà che forse allora non si poteva impugnare ,visto che la legge che la consentiva era in vigore e pienamente legittima.

    Risposta.
    La proclamazione degli eletti in questo caso viene impugnata, sollevando la questione di legittimita’ sulla legge costituzionalmente illegittima. A questo punto, dopo la pronuncia della Consulta, il Tar avrebbe annullato l’elezione del sindaco.
    Fatto sta che il primo cittadino di Bitti risulta eletto pur non potendo essere candidato. Poi ognuno si regola secondo la propria etica. Ricordo che la Costituzione richiede che le cariche pubbliche siano esercitate con onore, ossia annzitutto nel rispetto della legge.

  • 5 Gianfranca
    25 Aprile 2023 - 11:41

    “ infatti quando la consulta dichiaro l’Italicum incostituzionale,il Capo dello Stato non mi risulta abbia sciolto le Camere”

  • 6 Pino
    25 Aprile 2023 - 15:24

    Gianfranca, fa sorridere leggere i tuoi commenti, oggi 25 aprile, festa della liberazione e ovviamente festa della nostra costituzione. Fa sorridere inoltre constatare che l’80% del  sapere sfoggiato nei tuoi commenti è frutto di banali copia e incolla scopiazzati da alcuni siti che parlano di diritto pubblico. Ciò che invece fa sorridere un po meno è il tentativo, a mio avviso ridicolo, di sminuire il verdetto di “4 giudici” che hanno stabilito con una “pseudo-sentenza” che quella legge è incostituzionale. Per non dilungarmi troppo mi concedo un “copia e incolla” anche io e riporto l’articolo 1 della nostra costituzione:
    L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
    La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

    La frase “nelle forme e nei limiti della costituzione” non è stata messa a caso o perche suonava bene. Dice chiaramente e GIUSTAMENTE che la nostra costituzione vigila anche sul volere del popolo che non può in alcun modo scavalcare LA LEGGE. Guai a noi se dovesse venire a mancare questo principio fondamentale. Questa, cara Gianfranca, non è  mancanza di democrazia, anzi, è l’esatto opposto. È chiaro quindi che la legge in questione, nonostante le tempistiche della corte abbiano permesso la candidatura per il quarto mandato, è incostituzionale! Cioè contro la costituzione e quindi antidemocratica. Qualsiasi rappresentante dello stato, in quanto tale, deve difendere ed onorare la costituzione a prescindere dalla situazione. In questo caso, dimettendosi. Sara poi nuovamente il volere del popolo a scegliere democraticamente un nuovo rappresentante, ma questa volta, nel rispetto della legge.

    Risposta

    Gianfranca ha una conoscena lacunosa e perziale del quadro normativo e talora mi pare non comprenda ciò che ella stessa ha copiato. L’ordinamento prevede il ricorso al Tar contro la prcolamazione degli eletti che si ritenga illegittima. Nel caso nostro col ricorso, occorre sollevare la questione di legittimità costituzionale sui quattro mandati, in modo da ottenere l’annullamento delle elezioni dopo la pronuncia della Corte. E’ una vicenda processuale ben nota e praticata. Non vale la pena insistere.
    Lasciando da parte l’aspetto strettamente giuridico, qui c’è un’altra questione non meno importante: è preferibile e utile per la democrazia il moto “scollarsi dalla sedia mai” o lasciare spazio al ricambio? La risposta a me sembra ovvia.

  • 7 Pino
    25 Aprile 2023 - 20:46

    Concordo pienamente ed aggiungo che tutta la questione gira proprio attorno alla parola “ricambio”. Dopo 15 anni il ricambio è indispensabile e, secondo il mio modesto parere, è proprio questo punto che ha portato i giudici a dichiarare incostituzionale questa legge. A maggior ragione nei piccoli comuni, dove la mancanza di ricambio combinata al potere forgia un’arma che nessuno dovrebbe possedere. Troppo elevato il rischio di cadere in favoritismi e in una situazione stagnante che oscura, a discapito della comunità, l’entusiasmo di un nuovo gruppo che si propone ad amministrare con idee nuove. Qualsiasi bandiera esso sventoli. Ecco perché a questo punto interviene “mamma costituzione”. Ed il verdetto è molto chiaro. Concludo dicendo che la mia non è assolutamente ne una critica all’operato dei sindaci che hanno usufruito di questa legge, ne tantomeno metto in dubbio la loro onestà.

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