Premierato inammissibile ed eversivo perché contro la sovrantà popolare

20 Dicembre 2023
2 Commenti


A.P.

Ieri, ad iniziativa della Scuola di cultura politica “F. Cocco”, si è svolto a Cagliari un interessante dibattito contro la proposta di premierato, avanzata dal governo Meloni.  E’ una prima iniziativa in vista della creazione di un ampio e unitario Comitato per il NO.
Ecco una ulteriore riflessione critica 
sull’argomento.

Da quando sono scomparse le maggiori forze costituenti  (DC, PCI, PSI) ha avuto inizio un sistematico attacco alla Carta, volto a modificarne l’impianto fondamentale. Non solo la destra, anche il PD di Renzi ha fatto la sua parte in questa vicenda. Ma quale il punto centrale dell’attacco? La sovranità popolare e il continuum che assicura alla volontà del corpo elettorale di innervare tutti i gangli decisionali dell’ordinamento. A ben vedere il premierato si muove in questa direzione autocratica. La legittimazione delle potestà delle decisioni viene spostata in capo al premier, sottraendola al parlamento. Finora, secondo la Costituzione, tutti gli organi costituzionali hanno una legittimazione dal basso per il tramite del parlamento: il presidente della Repubblica eletto dalle Camere integrate dai rappresentanti regionali, il governo deve avere la fiducia del parlamento e così via.
Si dirà, anche il capo del governo col premierato è eletto dal corpo elettorale. Ma è evidente che una cosa è dare centralità al parlamento, organo collegiale rappresentativo di tutti i cittadini e delle forze politiche, altra cosa è
 demandare questa rappresentanza ad un solo uomo, che è espressione unicamente di una parte. Il parlamento decide nel contradditorio fra le diverse parti politiche. Il parlamento raccoglie le istanze dei cittadine e delle comunità e le rappresenta liberamente nelle sue specificità anche politiche. C’è pluralismo nelle libere assemblee elettive. Lì vengono raccolte le istanze delle autonomie locali e del mondo delle associazioni. Tutte cose che il premier non può fare con la stessa profondità e non vuole fare. A lui interessa il popolo come pretesto e strumento per il suo comando. Il parlamento viene depotenziato come i consigli comunali da parte del sindaco d’Italia. Nei comuni è scomparsa quella dialettica democratica, che in passato ha formato migliaia di politici di valore. Un vero e proprio laboratorio, una scuola di democrazia. E il presidente della Repubblica? Perde il ruolo di garante, di organo di equilibrio del sistema.
Ma in questo modo si assicura una migliore governabilità? In effetti ci sono molti argomenti in senso contrario. Si accentua la conflittualità e quindi si rendono meno facili le decisioni.  Si impediscono le convergenze. E la governabilità nasce da queste, non dallo scontro permanente. Insomma, il premierato spezza la centralità del parlamento nell’ordinamento e il ruolo di garanzia del presidente della repubblica, accentra il potere, comprime la sovranità popolare e, quindi il carattere democratico del nostro ordinamento. È il principio della sovranità popolare a innervare la democraticità  del sistema. E’ per questa ragione che molti studiosi ritengomo incostituzionale la modifica della forma di governo parlamentare, poiche’ questa è un carattere fondante del nostro sistema costituzionale, non modicabile neanche per via di revisione con la procedura di cui all’art. 138 Cost. È la stesso discorso che si fa per i diritti e le libertà fondamentali che sono immodificabili in peus. Si possono solo ampliare, ma non restringere. Restringerli è eversione perché delinea un ordinamento diverso ed opposto a quello voluto dai costituenti e trasfuso nella Carta. Anche il premieraato lo è per la stessa ragione.

2 commenti

  • 1 Franco Meloni
    20 Dicembre 2023 - 09:10

    Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=150436

  • 2 Marilisa zaccheddu
    20 Dicembre 2023 - 12:54

    Chiamasi dittatura. A Roma i comizi nominavano il dittatore per sei mesi, ora gli anni sono cinque, reiterabili, parliamo chiaramente, anche al mercato di San Benedetto o a Quirra!
    Marilisa

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