Per contrastare la autonomia la via migliore è che una o più Regioni ricorrano alla Consulta

13 Marzo 2024
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PREMIERATO E AUTONOMIA DIFFERENZIATA:
CRESCONO LE TENSIONI SULLE RIFORME
INSULTI AL SUD, ATIACCHI AL QUIRINALE
GLI AUTONOMISTI GETIANO LA kMASCHERA ARMI DIFENSIVE

MASSIMO VILLONE
Apprendiamo dal Corrie-
re del Veneto (6 marzo)
che il mite Sergio Matta-
rella è sotto osservazione da par-
te degli aspiranti nuovi padri
costituenti. Il professor Berto-
lissi, costituzionalista e pilastro
della squadra veneta per l’auto-
nomia, gli rivolge una critica se-
vera, pur se garbata nella for-
ma: si è molto allontanato dal di-
segno originario della carica ri-
coperta.
Non siamo d’ac-
cordo. Certo, è ve-
ro che alcuni pre-
sidenti sono stati
più interventisti
di altri. Ma è indi-
scutibile che in
tutti i casi il siste-
ma politico avreb-
be potuto resistere, volendo. Ba-
stava dire con chiarezza “no” a
quei presidenti. Questo vale an-
che per il caso, a quanto pare as-
sunto come limite, dei cosiddetti
“governi tecnici”.
L’EROSIONE DEL RUOLO DEL CAPO DELLO STATO
Nella sua ultima esternazione
Mattarella dice l’ovvio: con la
promulgazione, il capo dello Sta-
to rende la legge operativa, non
ne condivide il contenuto. Ma in
realtà sono sotto attacco le sue
esternazioni informali più che i
poteri formali.
Le parole sulle manganellate
agli studenti hanno turbato Pa-
lazzo Chigi. E forse non a caso
Bertolissi suggerisce che ideal-
mente le esternazioni del presi-
dente dovrebbero essere portate
a conoscenza del governo per
evitare scostamenti o contrasti
con l’indirizzo politico. Il presi-
dente modello della destra parla
solo se il governo permette.
Forse siamo a un ritaglio pro-
gressivo in preparazione della
riforma. Bisogna non solo ridur-
re il capo dello Stato a poteri so-
stanzialmente notarili riscriven-
do le norme, ma anche imbava-
gliar lo perché non disturbi il ma-
novratore parlando al Paese. Il
primo ministro vagheggiato da
Giorgia Meloni potrebbe agevol-
mente mettere al Quirinale un
inquilino compiacente. Ma non
si sa mai. E può ben essere un av-
viso per l’attuale occupante.
Stiamo con Mattarella, senza
se e senza ma. Vogliamo, diver-
samente da Giorgia Meloni e da
Bertolissi, un capo dello Stato
che possa par lare al Paese anche
distaccandosi dall’indirizzo di
governo. Con pru-
denza, certo, ma
anche con libertà
e fermezza.
Diversamente,
oggi verrebbe me-
no un potente ri-
chiamo alla coe-
sione e alla solida-
rietà, scudo per il
popolo del Sud che, nella lettura
Lepam!e del Colle sulle manganellate agli
studenti hanno tudx1to Palazzo Chigi-
il ”p~idente modello ” della destra ;xuia solo
se il gowmo lo Jl!nnette. Sene inlJ!Ce un cafXJ
dello Stato chepossa parlare al Paese anche
distaccandosi dall ‘indùizzo dell’Fsecutiw
di Calderoli, «chiagne e fotte». Il
ministro esprime l’essenza ulti-
ma del pensiero leghista sul
Mezzogiorno. Così togliendo
ogni credibilità alla rappresen-
tazione di una autonomia diffe-
renziata che sia garanzia di
eguaglianza e di opportunità per
il Sud.
DALLA CONSULTA UN AIUTO
ANTI-AUTONOMIA
Se la maggioranza tiene, non
saràilParlamento,privodistru-
menti di opposizione insuperabi-
le, a fermare l’autonomia diffe-
renziata. Per il disegno leghista,
l’approvazione finale del ddl Cal-
deroli verrà entro il voto euro-
peo-; ·aprendo la via da qtre-h n u<-
mento a intese per la maggiore
autonomia, quanto meno nelle
materie non-Lep, e per le funzio-
ni non-Lep nell’ambito di mate-
rie Lep.
Un referendum potrebbe non
superare il vaglio dell’ammissi-
bilità, per il collegamento al bi-
lancio dichiarato dall’Esecutivo.
Anche in caso contrario, per i
tempi tecnici non si giungerebbe
al voto popolare prima del 2025,
e forse addirittura del 2026. Ri-
badisco il suggerimento che una
o più Regioni presentino ricorsi
alla Corte costituzionale, esperi-
bili appena concluso l’iter legi-
slativo.
Un aiuto viene da una recentis-
sima sentenza della Consulta
(27/2024). La legge statale ha
previsto un contributo di solida-
rietà temporaneo finalizzato ad
alleviare il caro bollette. La Re-
gione Valle d’Aosta, cui va dal 90
al 100% dei proventi tributari
maturati nel territorio, ha fatto
ricorso chiedendo di acquisire il
maggiore introito derivante dal
contributo. La Corte ha deciso
il Quotidiano……. l’ALTRAVOCEdeU’ltalia ……
diret1odf1Rober10/l,’ upolct1mo
09-MAR-2024
da pag. 1-4
per l’infondatezza, in specie ar-
g-omentando di una «necessaria
relazione tra risorse e funzioni»
e dall’ingiustificato maggiore
introito per la Regione, trattan-
dosi di una imposizione del tutto
nuova.
IL MEZZOGIORNO
NON RESTI IN SILENZIO
Non sfugge l’assonanza con
l’autonomia differenziata. In
Valle d’Aosta, Regione a statuto
speciale, operano commissioni
paritetiche come quelle previste
per la gestione delle intese nel
ddl Calderoli. E l’acquisizione
del maggiore introito derivante,
per esempio, dal ciclo economico
favorevole è tra le richieste delle
Regioni fin dai preaccordi del
2018.
Infine, leggiamo di un docu-
mento contro l’autonomia diffe-
renziata dell’associazione Polo
Sud, recante numerose autore-
voli firme della destra. Non po-
che delle analisi e delle motiva-
zioni sono condivisibili. È una
buona notizia. Il levarsi di voci di
destra e di sinistra potrà rendere
più agevole al Consiglio comu-
nale di Napoli, dopo l’approva-
zione dell’odg, lanciare, in base
allo statuto, una consultazione
popolare sull’autonomia diffe-
renziata che sia di esempio al
Paese. Se non lo farà, dovremo
davvero chiederci perché. Non ci
sarebbe risposta migliore agli
insulti di Calderoli.
ll ministro Calderoli. Darlando di un
Mezzogiorno che “chiagne efotte ‘:
svela l’essenza del pensiero leghista,
togliendo ogni credibilità alla
narrazione di un ‘autonomia che
garantisce al Sud eguaglianza di diritti

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