Tolleranza zero sì, ma verso le panzane

6 Giugno 2008
2 Commenti


Andrea Pubusa

Tolleranza zero. Ecco la parola d’ordine lanciata dall’ineffabile Ministro Brunetta. Col piglio perentorio il neoministro ha avviato la sua campagna contro i fannulloni nella pubblica amministrazione. Del resto, se questa impostazione ha regalato un seggio in parlamento ad Ichino, già pensionato CGIL, perché non dovrebbe portare fortuna a lui? “Punirne uno per educarne cento”, questo è il fine. Ma sarò vera gloria? Ai proclami seguiranno i fatti? Molto probabilmente no. Perché? Per la semplice ragione che il fannullone singolo nell’amministrazione non esiste. E’ una specie che vive solo in branco. Come i dipendenti operosi. Vi siete mai recati in un ospedale? Spesso notate reparti trasandati, mal organizzati, con personale poco cortese e scarsamente motivato. Con qualche sorpresa vi potrà accadere di vedere a fianco un reparto molto curato, con personale cortese e disponibile. Eppure si tratta di strutture che stanno nello stesso luogo, regolate dalle stesse norme, con eguali finanziamenti. Ed allora quale la causa della differenza? Solitamente sta nel manico. Nel primo c’è un primario con la mente altrove, poco presente, spesso assorbito da impegni esterni. Nel secondo il primario sta in reparto dal primo mattino e per tutta la giornata, cura l’organizzazione, è aggiornato e motiva il personale. Anzi, spesso il personale lavora più del dovuto e lo fa con passione e professionalità. E nei pubblici uffici? Talvolta capita di imbattersi in uffici trasandati, con carte ammucchiate in disordine e con personale svogliato e depresso. In altri vedete scrivanie adornate di fiori, con fascicoli ben ordinati e signore curate e motivate che svolgono con entusiasmo il loro lavoro. Dove sta il miracolo? Nel funzionario preposto all’unità organizzativa, presente e competente, che spesso si trattiene in ufficio più del dovuto. Qui non c’è spazio per i fannulloni. Abbondano, invece, nelle branche amministrative del primo tipo. Eppure non si licenzia, anche a fronte di manchevolezze gravi. Esistono nelle Università ricercatori che non si recano in Facoltà neppure a ritirarsi lo stipendio. Eppure vengono confermato con giudizi lusinghieri di consigli di facoltà e di dipartimento. Perché? Perché per licenziare occorre essere disposti ad assumersene la responsabilità e ancor prima essere immuni dai vizi e dalle manchevolezze che si devono sanzionare. Ed allora nelle strutture ben organizzate non si licenzia perché tutti lavorano con motivazione. In quelli mal organizzati chi è preposto ad avviare la procedura di licenziamento dovrebbe essere il primo dei licenziandi, essendo anche il primo responsabile della scarsa operosità del personale ed essendo lui stesso un fannullone.
Le leggi, dunque, non c’entrano. Esistono da sempre, e prevedono minuziosamente mancanze, procedure disciplinari e sanzioni. Brunetta scopre l’acqua calda anche quando dice che d’ora in poi stare a casa se non si è ammalati è truffa. Lo è sempre stato per il dipendente e per il medico connivente. Lo prevede da sempre il codice penale. Il dipendente fruisce con un artifizio di un beneficio non dovuto.
Ed allora, per generalizzare livelli di buon andamento dell’amministrazione, non occorre tanto puntare su licenziamenti, ma sullo stimolo alla buona organizzazione. I processi virtuosi investono la squadra, l’unità organizzativa nel suo complesso. Anche il premio, dunque, dev’essere più pensato in relazione al collettivo che all’individuo, dove si presta a favoritismi e crea risentimenti e divisioni. Se il premio è individuale vuol dire che l’unità organizzativa non funziona, che c’è da fare per avere da tutto il personale l’impegno dovuto. Insomma, c’è molto da fare, ma l’approccio punitivo è insufficiente. Brunetta ha scelto la strada di maggior impatto mediatico, ma meno produttiva. Forse da questo Ministro non si può pretendere di più.

2 commenti

  • 1 paolo
    6 Giugno 2008 - 22:37

    Credo che il ministro Brunetta fosse presente al Consiglio dei Ministri del 30 Maggio scorso quando e stato approvato il decreto sul monitoraggio delle spese sulla Pubblica Amministrazione uno dei provvedimenti di questo decreto riguarda lo slittamento di sei mesi del transito di 50 Magistrati Miliari nelle funzioni di magistrati Civili, tale provvedimeno previsto dalla finanziaria 2008 era dovuto al fatto che il carico di lavoro per i magistrati Miliari da quando è stato sospeso il servizio di leva il carico di lavoro si è ridotto quasi allo zero, e i processi pendenti sono quasi inesistenti. Pertanto la data prevvista del 1 luglio sarebbe stata più che opportuna . Infine credo che il Ministro i fannulloni li deve ricercare anche tra alcuni componenti del suo governo se è vero che in un recente passato il Ministro Gelmini della Pubblica istruzione è stata sfiduciata altre che dall’opposizione dalla sua stessa maggioranza quando era la presidente del consiglio Comunalie di Riviera del Garda per “inoperosità”

  • 2 sandro
    10 Giugno 2008 - 12:02

    Credo che puntare l’indice sui fannulloni oltrechè avere un grosso impatto mediatico nasconda qualcosa di più grave: cercare di diminuire diritti a chi li ha (dipendente pubblico ) per non dare diritti a chi li ha già persi (dipendente privato).

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