In autunno la Statutaria tornerà alla Consulta

23 Luglio 2008
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Red

Si è tenuta una conferenza stampa del Comitato per il No alla Legge Statutaria (ora Comitato per  Lo Statuto) e del Comitato “Statutaria? No Grazie”. 
Sono intervenuti l’on. Andrea Raggio che ha denunciato la “maledizione dell’autoritarismo” quale elemento caratterizzante questa legislatura regionale ed ha lanciato un appello al PD e a tutte le forze democratiche per ricondurre la politica regionale nell’alveo di una normale e proficua dialettica parlamentare. Elio Pillai, del Comitato “Statutaria? No Grazie”, ha lamentato che la legge statutaria contenga almeno due parti in cui si configura come vera e propria legge ad personam: gli articoli in cui legittima il conflitto d’interessi di Soru e la norma “salvaincompatibili” in favore di alcuni consiglieri regionali. Antonello Murgia e gli onorevoli Atzeri, Calligaris e Ballero hanno messo in luce l’indisponibilità del Presidente Soru al dialogo e  dunque la rottura da parte sua dell’alleanza di centrosinistra, vittoriosa nella scorsa legislatura.

Andrea Pubusa ha annunciato che, con molta probabilità, in autunno la legge Statutaria tornerà alla Consulta, che nella primavera prossima deciderà finalmente sulla legittimità o meno della promulgazione disposta da Soru nei giorni scorsi.  Ecco il percorso procedurale.

La Corte costituzionale, nel dichiarare inammissibile il ricorso proposto dalla Corte d’Appello di Cagliari, ha precisato che il Presidente della Regione avrebbe dovuto provvedere, a conclusione del procedimento referendario, in base agli articoli 12 e 13 della legge regionale n. 21/2002. Il Presidente, cioè, avrebbe potuto procedere alla promulgazione della legge solo in caso di esito favorevole del referendum e “con la formula seguente: “Il Consiglio regionale ha approvato; Il referendum indetto in data 21 ottobre ha dato risultato favorevole; Il Presidente della Regione promulga…” (art. 12), mentre l’art.13 si occupa del caso in cui il risultato del referendum sia sfavorevole all’approvazione della legge regionale. Ora, non c’è dubbio che, essendo stato il referendum dichiarato invalido per mancanza del quorum, il Presidente non poteva affermare che il 21 ottobre il referendum ha dato risultato favorevole, perché un referendum invalido non approva alcunché (per di più hanno detto No circa il 70% dei votanti). Ed infatti il Presidente ha promulgato modificando la formula dell’art. 12, e cioè non solo violando la legge, ma addirittura sostituendosi al legislatore regionale nella formulazione di un articolo di legge. Un fatto di inaudita gravità.
Quali i rimedi? C’è un altro passo importante della decisione della Corte Costituzionale, quello in cui dice che i provvedimenti della Corte d’appello e del Presidente “potranno anch’essi essere oggetto di giudizio sia da parte dei giudici ordinari che di questa stessa Corte”. Il che vuol dire che contro le forzature,  per esempio una promulgazione illegittima come quella disposta dal Presidente Soru, c’è sempre il rimedio giurisdizionale e, se necessario, anche quello della stessa Corte costituzionale. L’occasione per tornare alla Consulta si presenterà dopo l’estate nel giudizio davanti alla Corte d’appello di Cagliari per incompatibilità che interessa il consigliere regionale di Rifondazione Uras (un caso simile a quello di Biancareddu già decaduto). In quel processo, per aggirare l’incompatibilità sentenziata in primo grado dal Tribunale, l’on. Uras ha invocato una norma “salvaincompatibili”, contenuta nella Legge Statutaria, l’art. 38. In quel giudizio, dunque, la difesa del ricorrente, per ottenere la conferma della sentenza del Tribunale, dovrà ottenere l’annullamento dell’art. 38. E potrà farlo solo sollevando la questione di legittimità costituzionale. La Legge Statutaria, dunque, entro l’autunno tornerà alla Corte costituzionale, che stavolta dovrà pronunciarsi nel merito. Sapremo allora se questa legge può stare nell’ordinamento regionale, come ha disposto Soru, o se ne verrà espunta definitivamente perché non approvata dai sardi.

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