Elogio dell’ignoranza?!

20 Ottobre 2012
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Francesco Cocco


Ho potuto constatare che molti  esponenti  di certo capitalismo  finanziario nutrono simpatie  per Renzi, il rottamatore, anche  perché non avrebbe mai letto Marx. Non so se una tale motivazione risponda a verità. Certamente essa ci dà la misura del livello culturale dei rappresentati di certo capitalismo italiano.
Negli anni giovanili ho avuto la fortuna di seguire un corso di aggiornamento tenuto  da alcuni grandi economisti, da Federico Caffè , a  Travaglini , a Sylos-Labini. Ricordo che proprio Caffè , in una delle sue memorabili lezioni, ci disse che non si può capire il capitalismo se non si legge Marx .
Certo capire il capitalismo nelle sue strutture e complessità  non serve molto per operare nell’ economia di rapina, oggi propria  dei banchieri , dei gestori dei fondi speculativi, e di  chi rovina le  società attribuendosi  remunerazioni annuali e liquidazioni  ultramilionarie (naturalmente in euro, miliardarie in lire) .  Accentuano così  la  rapina in danno dei piccoli e medi risparmiatori,  azionisti delle  stesse società.
Certamente conoscere i complessi meccanismi del capitalismo, e quindi Marx, serve per governare l’ economia di   un   Paese.  Oltretutto  il più grande elogio della borghesia lo si può leggere nel “Manifesto” di  Marx e Engels. Naturalmente tenendo presente che il ruolo della borghesia  (oggi leggi capitalismo) è superato  ed è di ostacolo per quel  “passaggio dalla preistoria alla storia” , essenziale per superare la gravi contraddizioni del tempo presente.
Ecco perché mi farebbe piacere che il sindaco di Firenze, che si candida a governare l’Italia, smentisse la motivazione di certe simpatie. Ma forse effettivamente  non ha mai letto Marx e,  auto-candidandosi, vuol semplicemente soddisfare certa bramosia di potere.
Può darsi che io parli perché sono “fermo” a tempi  in cui non ci si autocandidava : erano gli organismi di partito che ti proponevano la candidatura. Qualcun potrà osservare che è “una questione meramente formale”.  Così non è. .
In realtà il diverso atteggiamento sottende due diverse concezioni del mandato  istituzionale: Uno implica un ruolo di servizio e saranno gli altri a chiederti di svolgerlo, l’altro un’ occasione di status symbol  e di arricchimento. E quest’ultimo  ha finito per prevalere,  pur senza far scomparire del tutto il primo (non tutto per fortuna è marcio! )., che dovrà riprendere la prevalenza con l’ auspicata  rinascita dello spirito pubblico
 Ecco perché oggi appare più che necessario porre fine a certi atteggiamenti se si vuole evitare il baratro.
                                       
 

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