Il 12 ottobre è un punto di partenza

11 Ottobre 2013
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Piero Bevilacqua

 

In vista della manifestazione di domani a Roma in difesa della Costituzione, ecco uno stralcio di un più ampio artitolo apparso su Il Manifesto di martedì scorso.

[,,,] Per nostra fortuna, la sinistra, in Italia, non finisce col Pd. Di sicuro, la sua parte culturalmente più alta e più avanzata, più onesta, sta fuori di esso. Questa parte, com’è noto, ha trovato di recente una forma organizzata nell’iniziativa di Rodotà e Landini (e di altri che non cito per brevità) La via maestra, che mette al centro della sua azione la difesa della Costituzione e la sua attuazione. Il 12 ottobre, a Roma, essa darà prova della sua forza con una grande manifestazione nazionale. Contrariamente a quanto ha fatto Angelo D’Orsi, su Micromega il 27 settembre, io esorto a partecipare. Si tratta di un gesto politico importante. Ma le lucide osservazioni di D’Orsi sono da condividere. Certamente, la dirigenza di Rodotà e Landini fornisce garanzia contro tanti errori del passato. E la rimessa al centro della Costituzione, interpretabile come un progetto politico di società più giusta e avanzata, costituisce un forte collante, non solo ideale, per tenere insieme il multiforme e disperso arcipelago della sinistra. Ma è evidente che la manifestazione del 12 deve essere un punto di partenza, altrimenti l’esperimento naufragherà, com’è successo con il movimento dei girotondi e altre consimili esperienze. Di sicuro, La via maestra può svolgere un’importante azione di elaborazione e di influenza culturale. Quella pratica oggi abbandonata dai partiti, ormai immersi in un pragmatismo opaco e senza orizzonti. E in questa elaborazione dovrebbe trovare certamente un posto la questione territoriale e ambientale. Non c’è in Europa e forse nel mondo, un paese storicamente così dipendente, come l’Italia, dalla salute dei suoi habitat, eppure popolato da cittadini e classi dirigenti così clamorosamente dimentichi di tale drammatica originalità. La cultura ambientale e territoriale degli italiani è a livelli infimi. Ma senza obiettivi anche ravvicinati non si va lontano, non si costruisce il consenso largo e radicato di cui c’è bisogno. Impariamo dagli avversari. Il paese subisce oggi una delle più gravi catastrofi della sua storia: milioni di persone senza lavoro. Approfittiamone per imporre una tassa di scopo e finanziare il reddito di cittadinanza. Creiamo un nuovo pilastro del welfare, attuiamo in questo modo la Costituzione, percorriamo l’unica strada che oggi potrebbe restituire in tempi brevi, a milioni di uomini e donne, ai nostri giovani, la perduta dignità del vivere.
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