Caro Paolo, dimettiti, non puoi stare in questa giunta

29 Aprile 2015
3 Commenti


Andrea Pubusa

Anche tu Paolo, amico mio! Tu quoque  indagato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi destinati ai Gruppi del Consiglio regionale della Sardegna! Sono le tue molteplici e improbabili frequentazioni a metterti nei guai. All’epoca eri un consigliere di Progetto Sardegna (ora invece fai parte del Partito dei Sardi, ma con quanti personaggi discutibili ti sei accompagnato!). Ti viene contestata (in concorso con Bruno) l’indebita percezione di 3.960 euro, spesa relativa a un sondaggio elettorale commissionato nell’aprile del 2005 in vista delle elezioni comunali di Iglesias. Certo, si tratta di quisquiglie e non si può dire che tu sia un malandrino, come tanti altri. Anzi io penso che tu sia personalmente una persona disinteressata, anche se sia ben chiaro le tue acrobazie politiche mi fanno girar la testa.
Hai fatto bene a rassegnare le dimissioni, il presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru le ha respinte. A giustificazione; ha apprezzato il tuo lavoro da assessore. Ma bastava dicesse che, essendo lui in un partito di malfattori in cui, almeno a certi livelli, non essere rinviati a giudizio è una rarità, la tua è veramente un’inezia.
La Carta dice che c’è presunzione di non colpevolezza fino a condanna passata in giudicato, ma tu, almeno finora, hai sempre dato prova di un rigore etico esattamente pari alla tua disinvoltura politica. Certo, che se a quello etico avessi accompagnato il rigore politico, con le capacità organizzative e la cultura che hai, avresti potuto fare qualcosa d’importante per la Sardegna. Quando insieme e con altri compagni ed amici di valore, Francesco Cocco, Andrea Raggio, Tonino Dessì, Marco Ligas, Antonello Murgia, Giacomo Meloni, abbiamo guidato la battaglia contro la Statutaria di Soru, abbiamo stimolato tante energie sane, abbiamo acceso una fiamma libertaria e di cambiamento contro il falso populismo di Soru e contro le politiche conservatrici. Lo so che non tutti quelli che si sono schierati contro la legge statutaria erano libertari, c’erano anche dei furbetti preoccupati solo di fare le scarpe a Soru. Ma c’era anche tanta gente disposta a battersi senza paura per un progetto di cambiamento. Tu, però, dopo la vittoria, alla via difficile del rinnovamento, hai preferito la rassicurante protezione di un simbolo elettorale, e così sei finito nel Psdaz di Giacomo Sanna, un partito in agonia, che poteva solo assicurarti il traghettamento in Consiglio regionale. Poi l’alleanza a destra, con Cappellacci, indi il ritorno nel centrosinistra, giri di valzer così vorticosi da dare le vertigini. E in tutto questo, difesa della tua posizione personale sì, ma prospettiva generale nessuna. Tu che avresti le caratteristiche del leader sei finito per essere un gregario del PD. Migliore degli altri, ma gregario, e per di più in una giunta di mediocri. Di più e peggio, sei un portatore d’acqua del PD di Renzi, ammazza autonomie locali e regionali oltre che della rappresentanza politica, tu che di dichiari sovranista. E’ come se S. Maria Goretti si alleasse col suo carnefice. Il PD, anticostituzionale, anziché isolarlo, tendi a rafforzarlo, strangolando le tue stesse idee e le aspirazioni dei democratici sardi e italiani. Ed ora ti sei tanto contraddetto, hai tanto ribaltato e vagato da perdere la tua credibilità. Certo fai bene su strade e abbanoa, ma potevi delineare orizzonti, di cui la Sardegna aveva ed ha tanto bisogno di fronte alla pochezza politica attuale.
Ora ti auguro di uscir bene da questa vicenda, ma dalla prospettiva generale della politica sarda sei già uscito. E male, perché non hai avuto il coraggio di puntare in alto, mettendoti in gioco.  
Lo so che non mi ascolti, ma un consiglio te lo dò lo stesso e lo sai che viene da un amico: Pigliaru ha respinto le tue dimissioni, ma tu confermale. Esci, non perché sei indagato per 1.500 euro, questa è una cavolata, dimettiti perché sei in una giunta morta, fatta di cadaveri, politicamente parlando, s’intende. Dimettiti perché questo PD va isolato e combattuto, è una grave responsabilità sostenerlo. Mi chiederai: dimettermi per far che? Per difendere la tua dignità. In fondo, sei un prof. universitario, puoi dare molto ai tuoi studenti e alla cultura. Può  darsi anche che fuori da quelle acque stagnanti e maleodoranti, in cui ti sei cacciato, sorga qualcosa, che tu possa aiutare a crescere. Ma ora, se ti fai da parte, fai solo del bene, innanzitutto a te stesso.

3 commenti

  • 1 Enea Dessì
    1 Maggio 2015 - 14:18

    Si Andrea! Sono d’accordo anch’io che quella di Paolo è una cavolata da 1500 euro ma io non ho dimenticato che dai fondi di Progetto Sardegna non sono mai venuti fuori i 500 euro che avevamo promesso ai rappresentanti di lista di Villamassargia e Domusnovas delle regionali del 2004. Gli avevo chiesti e richiesti sia a Paolo che a Barbara Argiolas e non mi sono mai stati dati. Erano dei ragazzi disoccupati a cui dovevamo dare, se non sbaglio 70 euro a testa. Perciò anche per Paolo vale il detto “chi sbaglia paga”. Un caro saluto Enea

  • 2 Andrea Sulis
    2 Maggio 2015 - 07:45

    Trovo squallidissimo il commento di Enea Dessì e anche il fatto che Pubusa l’abbia pubblicato. Praticamente il regionamento è questo: “Siccome non mi sono stati dati i 500 Euro (da Progetto Sardegna, sembra di capire) sono contento che tu sia indagato”… Chissà poi come è andata veramente con i 500 Euro. Immagino che ora stia aspettando un avviso di garanzia anche per Barbara Argiolas.

    Risposta

    A me è sembrato rilevante che Enea Dessì ritenga la contestazione del PM nei confronti di Maninchedda priva di senso. Fra l’altro Paolo non mi risulta sia mai stato capogruppo di progetto Sardegna. La frase finale si può leggere, dunque, anche in modo diverso, benché sia poco elegante. Mi pare voglia esprimere, a fronte di spese per finalità futili, un rimprovero per un impegno non mantenuto nei confronti di chi ha fatto la campagna elettorale per Paolo.
    Per quanto mi riguarda, poi, è ben noto che sono per la presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato e talvolta… anche oltre! (a.p.)

  • 3 Enea Dessì
    2 Maggio 2015 - 22:10

    Grazie Andrea per il supporto. Lascio stare il commento di Sulis e sulla poca eleganza con cui ho espresso il concetto provo a a dirla in questo modo: Progetto Sardegna ricevette circa 370 mila euro di rimborsi elettorali. Il coordinamento Carbonia Iglesias a fronte di circa 4.200 euro di spese ricevette mille euro di rimborsi dal centro e 1000 euro da uno dei cinque candidati. Ora, sappiamo che Soru anticipò risorse finanziarie di sicuro superiori a quel rimborso ed è probabile che abbia cercato in tutti i modi di recuperare parte delle spese ma, mi chiedo io, per quale motivo gli eletti, compreso Paolo che considero amico e persona degnissima, sapendo che c’era questo problema non sono intervenuti? Erano o no, i rimborsi elettorali, i rimborsi di tutti o solo di una parte? E allora confermo in maniera poco elegante “chi sbaglia paga” anche quando si tratta di una cavolata. E se Paolo ha usato i soldi del gruppo per fare un sondaggio che il PM ritiene che non debbano essere a carico del gruppo medesimo, spetterà a Paolo dimostrare il contrario. Vede, Sulis, anche spostare la residenza per avere i rimborsi chilometrici è una cavolata, e non è neanche perseguibile, però politicamente, dico politicamente, è piuttosto squallido, o NO?

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