M5S: a sinistra cade il pregiudizio

30 Novembre 2015
2 Commenti


Andrea Pubusa

Si moltiplicano le dichiarazioni fra compagni ed amici e quelle ufficiali sulla stampa che mostrano il declino del tabù anti M5S anche nell’intellettualità della sinistra più schizzinosa. L’altro giorno Il fatto quotidiano ha pubblicato un servizio su un dibattito fra Flores d’Arcais, Rodotà e Di Battista, in cui il primo ha ammesso di aver già votato M5S, Rodotà apre, pur riaffermando il suo fastidio per i toni da stadio. Il titolo dell’articolo è significativo “La sinistra muore”. “Ora Flores e Rodotà guardano ai 5Stelle“. Rodotà su Il Fatto quotidiano di ieri ha corretto l’articolo di De Carolis, precisado di avere sempre combattuto i pregiudizi verso i pentastellati, ma di rifiutare i loro giudizi sommari, Dice di voler ragionare su di loro e sulle loro battaglie come sull’iniziativa di chi oggi, a sinistra, si sta assumendo la responsabilità di “evitare che troppi cittadini rimangano prigionieri del pessimismo, del disincanto e dell’astensionismo“. Rodotà è impegnato nella Coalizione sociale di Landini e apprezza lo sforzo di dar vita a Sinistra italiana.
Personalmente, la penso così da molto. Le mie perplessità, anch’esse espresse in questo blog, riguardano sopratutto la formazione delle decisioni in seno al M5S, fino a poco tempo fa largamente riconducibili a Grillo e Casaleggio. Ora però è ben visibile un gruppo dirigente più largo. I Di Maio, i Di Battista, i Fico crescono e con loro tanti altri. Ed ecco che il Movimento, dopo una consultazione via web, toglie dal simbolo il nome di Grillo. Un segnale forte verso una spersonalizzazione del Movimento in favore di una direzione più collegiale, che, di fatto, già esiste. A me, confesso, rimane sempre il dubbio se le forme di democrazia telematica siano le migliori. La mia formazione mi lega al confronto diretto, personale, alla vecchia assemblea degli iscritti e ai congressi, alla sezione. Prendo atto tuttavia che, almeno alla mia generazione, per ragioni anagrafiche, non capiterà più di avere un partito di sinistra con un’accettabile democrazia interna e articolazione territoriale. Del resto, anche nel PCI, seppure con dibattiti veri e aperti, l’autorevolezza della dirigenza è sempre stata uno degli elementi primari nella definizione della “linea”. Talvolta, specie in periferia, si è visto anche di peggio, ma certo la democraticità di quel partito era mille miglia più avanti dei partiti di oggi. Anche fra gli eretici de Il Manifesto, di cui sono stato parte, c’era un dibattito molto aperto e stimolante, ma le riflessioni di Pintor, Magri, Rossanda, Castellina e gli altri erano decisive, anche in ragione della loro grande cultura e intelligenza politica. Del resto è anche fisiologico che sia così. I dirigenti, quando sono veramente tali, devono essere autorevoli e gli iscritti fanno naturale affidamento sulla loro saggezza e capacità di analisi e di previsione. Le personalità forti influenzano sempre i loro partiti e spesso ampi strati della popolazione.
Non mi disturba, dunque, il ruolo quasi carismatico di Beppe Grillo. D’altra parte, amici e compagni, in pochi anni è riuscito ad avere tanti voti quanti il PCI ne ha avuto dopo aver fatto la Resistenza, aver contribuito a darci la Costituzione ed essendo a capo di una combattiva  e capillare rete di organizzazioni sociali, dalla CGIL, alla Lega delle Coop., al CNA etc. etc. Solo degli stolti possono non capire che un personaggio che ha creato tutto questo in così poco tempo non può non avere un peso preponderate nelle scelte di un Movimento, che lui ha letteralmente inventato e che oggi contende il primato elettorale alla destra storica di Berlusconi e alla nuova destra di Renzi.
Poichè, dunque, non avrò più il mio partito di stampo otto-novecentesco, non posso chiudermi di fronte a chi, in presenza di uno sfascio della sinistra dovuto ad una corruzione anzitutto etica della sua dirigenza, riafferma, seppure in forme nuove, antiche battaglie della sinistra storica e delle forze consguentemente progressiste. Il M5S ha anzitutto messo al centro la questione morale, cavallo di battaglia del Movimento operaio fin dall’origine, ha rinunciato al finanziamento pubblico (più di 40 milioni di euro!), mentre gli altri rubano. Ha praticato l’autoriduzione delle indennità ai suoi parlamentari, mentre gli altri, come roditori, si fregano anche i soldi del gruppo parlamentare ed altro. Hanno difeso la Costituzione con fermezza, mentre gli altri la scassano formalmente e l’hanno scassata materialmente. Hanno contrastato l’abolizione dell’art. 18 e l’abrogazione sostanziale dello Statuto dei lavoratori. Insomma, non c’è battaglia in difesa della democrazia che i 5Stelle non conducano con forza e linearità. Anche le espulsioni, stigmatizzate da tanti, a ben vedere, erano rivolte a quanti, prima dell’elezione hanno accettato di autoridurre la propria indennità e poi pretendevano d’intascarsela interamente. Anche nei partiti della sinistra alle origini lo stare allo Statuto e alle regole etiche era dirimente. Su questi temi, nei tempi d’oro, anche il PCI era rigoroso e severo.
Certo, come Rodotà e tanti altri compagni, non condivido tutto e non riesco a partecipare sul web. Ma basta questo per indurmi a negare il proposito di voto al M5S? A ben vedere, votavano comunista tanti signori  e signore perbene, che, mai e poi mai, si sarebbero sognati di partecipare ad un’assemblea operaia o della sezione di un quartiere popolare. Ricordo tanti anni fa un vecchio avvocato di formazione liberale, un maestro del Foro in punto di diritto e di etica professionale, il quale a me, giovane di belle speranze, confidò di votare comunista. Ne fui sorpreso, ma lui anticipò le mie domande, dicendomi: ”Il Partito comunista ci ha dato, insieme ad altri partiti, la Costituzione, la rispetta e la difende, quindi difende anche le mie libertà. Vuole una maggiore equità sociale e una democrazia più ampia e si batte per una maggiore partecipazione alla vita pubblica. Come non posso essere d’accordo? Certo, da liberale avrei problemi a stare col Partito comunista nell’ora X della rivoluzione, ma ora sto votando per il Parlamento nazionale, sto esercitando un diritto democratico, il PCI partecipa col suo programma, non ho alcuna remora a votare comunista, anche perché trovo in questo partito una risposta vera, praticata, alla questione morale“. Più o meno, mutatis mutandis, da vecchio comunista, faccio oggi verso il M5S lo stesso discorso che quarant’anni or sono mi faceva quell’anziano avvocato di formazione liberale.
Dunque, sto con la Coalizione sociale di Landini se parte e lì m’impegnerò a dare il contributo nelle cose che so e posso fare, voterò M5S per infilzare Berlusconi e Renzi con un sol colpo. Mantengo attenzione per quanti si sono sganciati da Renzi e vogliono avanzare una proposta di riscossa della sinistra. Da loro esigo innanzitutto coerenza morale e rigore politico. Sembra poco, ma Sinistra democratica, Rifondazione comunista e SEL sono cadute anzitutto su questo terreno. Inoltre, sto ben attento a quanto si manifesta a livello comunale: guardo con unteresse al M5S e alla caratura dei suoi candidati, ma non ho pregidizi per una lista progressista a Cagliari, anche se si dichiari (confusamente) sovranista, a condizione, però, che, neppure indirettamente, porti acqua allo schieramento che fa capo al PD, e che non sia uno di quei tanti miserevoli espedienti per riciclare, sotto mentite spoglie, compagni ed amici di tante battaglie perse, perché neanche combattute. 
 

Ora ecco il link dell’articolo di Luca De Carolis su Il Fatto quotidiano di sabato, al quale però Rodotà ha obiettato ieri che la Sinistra non è finita, affermando di non condividere il giudizio liquidatorio di Flores sulla Sinistra e i suoi protagonisti.

http://www.c3dem.it/wp-content/uploads/2015/11/la-sinistra-muore-ora-flores-e-rodotà-guardano-ai-5-stelle-l.-de-carolis-ilfatto.pdf

2 commenti

  • 1 Lucia Pagella
    2 Dicembre 2015 - 19:19

    OK, bene i Di Maio, i Di Battista, i Fico, ma anche le Taverna, le Ruocco e le tante altre che nell’espletamento del loro incarico trovano sicuramente maggiori ostacoli e pregiudizi.
    Quanto a Grillo, non so. Ha indubbiamente contatti con persone ” informate dei fatti “. Fu lui per primo a parlare della Cirio, della Parmalat e da ultimo dei titoli tossici, quando ancora le banche presentavano ai clienti i derivati con l’orgoglio dei neo padri. Talvolta, però, ho l’impressione che sia uno spettacoloso attore a cui sia stato presentato un copione. Chi lo ha scritto il copione e perché? Vorrei avere qualche notizia in più anche su Casaleggio che mi suscita maggiori dubbi di Grillo, ma io - si sa - sono una complottista non pentita.

  • 2 Gavinu Dettori
    6 Dicembre 2015 - 19:13

    Andrea! Stai tentando di spalmare un poco di balsamo sulla ferita tua e di tantissimi altri, ancora aperta, di ex compagni. Ho paura che no si rimarginerà mai o che rimarrà un cordone duro e ben visibile.
    Noi che avevamo creduto nell’esperienza del Manifesto ed avevamo lavorato per un progetto che io non ho mai rinnegato nei suoi principi: gli eterni valori della “ sinistra” che sono i valori del comunismo che non moriranno soltanto perché è fallito il primo tentativo di attuazione pratica,…… ma in particolare perché si è macchiato di crimini umani inaccettabili. Gli ideali di uguaglianza, di giustizia, di rispetto della dignità umana,……. di una società giusta e sempre viva nel sentirsi, ogni cittadino, compartecipe dello sviluppo del bene comune, e non dell’egoistico sentimento dell’esaltazione delle capacità individuali per giustificare l’accumulazione personale del profitto. Il comunismo è un’utopia come anche il cristianesimo,… ed anche il capitalismo,…. Anche i cristianesimo è caduto in efferatezze contro l’uomo,… ma oggi è più che mai vivo, sebbene l’apparato ecclesiastico, ed i fedeli praticanti siano i primi a tradirne i principi,……per non parlare del capitalismo.
    Possiamo dire che il capitalismo, nelle svariate forme in cui ha predominato l’esistenza umana, attraverso il suo naturale strumento di diffusione quale è il mercato ( che poi, è la trait d’union di una qualsiasi forma di aggregazione sociale) , è la forma più intuitiva e immediata del convivere umano, in quanto esalta l’istintivo e naturale principio di sopravvivenza. Anche se la sopravvivenza umana si è rafforzata con la coesione sociale attraverso il consolidamento del sentimento altruistico verso il prossimo in stato di debolezza. E’ questo sentimento che bisogna coltivare, ed oggi si presenta in modo impellente in una società disgregata e dispersa nella globalizzazione dei prodotti e dei sentimenti. In un mondo distrutto non solo dei valori umani, ma anche del supporto naturale che è la terra e l’intero ecosistema , tanto da sollecitare la massima autorità della chiesa e scrivere un’enciclica di allarme,…
    Ed è attraverso il modo di essere del capitalismo, con la spartizione della terra e delle terre, che ha provocato e provoca continui conflitti e guerre, con il suo naturale atto di produrre e trasformare le risorse, legate al massimo profitto, con anche lo sfruttamento del lavoro umano, che ha prodotto e produce continue morti anche sul lavoro. Così sembra azzardato e incredibile dire che le morti che si attribuiscono al comunismo in 60 anni di esistenza, in una quota minima della terra, siano maggiori di quelle del capitalismo, da quando è stato studiato scientificamente, se non anche nelle diverse forme, nei secoli e millenni antecedenti. E’ pur vero che le morti causate dal capitalismo nello sfruttamento giornaliero del lavoro, sembrano morti senza nome ( morti bianche), attribuite alla casualità, alla disattenzione, all’imperizia,….. quando invece oggi sappiamo che sono morti dovute al disprezzo della vita umana, alla mancanza di sicurezza nello spazio del lavoro,…… per privilegiare il profitto,… Ma poi ci sono le guerre scatenate per l’appropriazione delle risorse e delle terre,….. come anche stiamo vivendo oggi,… fino alle lotte intestine di vicinato,… Guerre che seguono la logica del profitto.
    Il socialismo,il comunismo o altro nome che si voglia coniugare,… che riconosca i valori del comunismo, è l’esigenza indifferibile di governo del mondo. Ma non è più necessario arrivarci con la rivoluzione ( forse nei paesi poveri, se non si provvede ad aiutarli ed eliminare lo sfruttamento). I paesi più progrediti, seppure poco civili, hanno ormai conquistato e adottato il sistema democratico di governo, ed è con l’espansione della democrazia che si equilibreranno le disuguaglianze assumendo anche la pratica del rispetto dell’ambiente con il risparmio delle risorse,……. Il genere umano, per sopravvivere, dovrà addivenire alla equa ripartizione, che potrà avvenire limitando lo strapotere del capitalismo e controllando il mercato.
    Ma per tornare alla ferita,……che si infetta nelle occasioni delle campagne elettorali,…… ci chiediamo sempre perché la sinistra non è unita, per essere vincente,…. per chiederci anche: perché dopo la vittoria non conserviamo il consenso degli elettori? Io credo che la sinistra si sia appiattita sul piano del capitalismo, inseguendo e addirittura superando, nei modelli di governo le forze capitaliste, che in qualche modo, quando queste governano, sono ostacolate nella loro esuberanza dall’opposizione. E’ proprio strano che le peggiori leggi della nostra democrazia siano state approvate dai così detti governi della sinistra o centro-sinistra, mancando l’opposizione delle classi deboli, snervate dal miraggio della fattibilità dei loro partiti al governo. La destra non fa certo opposizione ( se non di facciata) se al loro operare vi provvede meglio e quietamente la sinistra.
    E’ semplice: noi perdiamo il consenso e disorientiamo l’elettorato perché quando teniamo il governo , governiamo con gli stessi strumenti del capitalismo,…. E causiamo il maggior danno nel disorientare e disaffezionare l’elettorato, alle nostre proposte, sempre disattese. Meglio sarebbe se dicessimo che il lavoro è lungo e che si potrà attuare espandendo la democrazia, senza grandi promesse impossibili o attuate al rovescio.
    Ora è in atto una involuzione nella vita pubblica proprio per opera di una forza con la maschera di sinistra; ma non abbiamo grandi speranze se ci guardiamo indietro, o se ci guardiamo avanti: le nuove forze politiche non dimostrano di avere forza sufficiente per incidere sul meccanismo del capitalismo, tanto che si può azzardare di dire e pensare che il capitalismo si addomesticherà da solo. Credo una vana speranza, perché è un mostro insaziabile che morirà quando avrà divorato tutto,….. ecco anche l’allarme cosciente ma impotente in “ laudato sì ” di Papa Francesco.
    Mi sembra che oggi non ci sia in Italia, ( ma neanche in Europa o nel mondo, vedi la Grecia,… che vantino una forza tale da contrastare il mercato capitalista) una forza politica che, non dico equipari economicamente le persone, ma che si proponga di incidere sul mercato del lavoro e sulla proprietà privata delle terre e delle risorse naturali,….. Sono due componenti del mercato: una appartiene alla sfera strettamente umana e quindi un bene non commerciabile e da rispettare, l’altra ad un bene naturale quindi non fabbricato dall’uomo, che deve essere di tutti. Basterebbe lavorarci culturalmente e politicamente per fare convinti tutti che quelli sono valori collettivi irrinunciabili, e da cui dipende il nostro convivere in pace.
    Io sono molto deluso, quantunque abbia nutrito qualche speranza ed abbia combattuto perché nessuno rinunciasse ad esprimere il voto, perché pensavo che la mala politica me lo stesse espropriando, e poi non avrei saputo rispondere a mio nipote che mi chiedeva delle mie scelte politiche,… pensando che in ogni caso un vuoto politico non potesse esserci, sebbene la democrazia ce lo permettesse,…
    Un crisi di coscienza da morirne!!!!
    Ma anche se sono di moda, la crescita di parti… o movimenti politici spontanei o oscurantivamente guidati, mi viene davvero difficile aderirvi o sostenerli pensando alla loro marginale incidenza, e assorbimento nel sistema. M5S sta pure evolvendo, dopo aver fatto scuola sui banchi: era inevitabile ma non sufficiente per prospettarti un modello diverso di società se non quella basata “sull’onestà”, destinata a schiantarsi al primo ostacolo; per non parlare della politica sul lavoro, sulla storia, sulle alleanze, …. ognuno va per conto proprio,…. E poi l’insegnamento delle guide!
    Esclusi i movimenti e i partiti di destra,quelli di sinistra, organicamente conflittuali tra loro, sebbene abbraccino gli stessi valori! Possono pur essere equiparati; e qui alle elezioni bisogna sceglier la persona. I programmi saranno sempre ingigantiti quanto impraticabili, ma raramente avranno la forza di discostarsi dalle linee del capitalismo- liberismo.
    Se su questa linea si riuscisse a combattere il mostro burocratico già sarebbe una grande vittoria; questo si può attuare facendo leggi snelle e semplificando le procedure di attuazione su canali ben definiti, non lasciando adito ad interpretazioni alla casta dei funzionari, i primi nemici dei cittadini e di qualsiasi amministrazione .

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