Referendum: vincere per difendere la Costituzione e battere Renzi

5 Gennaio 2016
3 Commenti


Alfiero Grandi

Nella conferenza stampa di fine anno Renzi ha confermato che in
autunno cercherà un plebiscito a suo favore sulle modifiche della
Costituzione. E’ una sfida che dovrebbero prepararsi a raccogliere quanti
non condividono le scelte del governo e che dovrebbe far venire qualche
dubbio alla parte del Pd non ancora normalizzata.
Perché si sta aprendo una stagione referendaria contro il  governo Renzi?
Renzi ha condotto la sua azione di governo rifiutando il confronto non solo
con il sindacato, cercando di emarginare la Cgil, ma anche con esponenti del
mondo della cultura (i professoroni) e i settori politici che non accettano
la sua influenza.
Si tratta di un’azione settaria verso chi rappresenta altri punti di vista
sociali e politici. […]
Questo comportamento è possibile non solo perché Renzi è il
Presidente del Consiglio ma in quanto è riuscito con la conquista della
segreteria del Pd a fare coincidere largamente i destini del partito con i
suoi. Questa è la vera novità. C’era sempre stata una dialettica
maggioranza-opposizione e nel tempo la componente critica è stata
rappresentata anche da aree che sono oggi nel Pd. Lo scenario futuro non è
più caratterizzato da un’alternanza tra schieramenti diversi ma il tentativo
di costruire un potere centrale (il ricordo va inevitabilmente alla DC) che
in parte assorbe dominandole e in parte emargina le altre componenti
politiche. In sostanza è un tentativo di costruire un regime. Della
costruzione di un regime fa parte essenziale un sistema istituzionale
funzionale a questo disegno, che la Costituzione uscita dalla Resistenza non
permette. […]
Forse Renzi non è il primo ad auspicare questa soluzione ma è il primo ad
essere in condizione di ottenerla.
A cosa serve questo enorme accentramento di potere? Non è solo per
desiderio di potere personale e nemmeno solo il tentativo di eliminare in
radice i possibili contrasti. Parte dalla consapevolezza che l’Italia è
prossima a decisioni forti, il rispetto dei parametri e il cosiddetto
risanamento imporranno scelte che sposteranno drasticamente i rapporti di
forza a danno dei lavoratori: Ci sarà chi comanda e chi è comandato, punto.
Per questo il sindacato (quando è autonomo) è di troppo. Si pensa di imporre
tagli importanti allo stato sociale, introducendo nella scuola come nello
stato sociale processi di privatizzazione sempre più importanti. Ci sarà
sempre più un uso spregiudicato, di regime, degli organi di informazione,
con buona pace dei processi di diffusione delle informazioni. Agitare uno
smartphone non salverà dalla riduzione drastica delle vere informazioni
disponibili. Il futuro rischia di essere un selfi continuo con la presenza
del Presidente del Consiglio, considerato eterno perchè dovrebbe essere
rappresentato solo quello che il potere vuole.[…]
Per questo chi ha un altro punto di vista di fronte al prevalere di una
logica autoritaria, di dominio, che impone già oggi scelte non condivise,
come è accaduto non solo sull’articolo 18 ma anche sulla scuola con una
legge che rischia di deformarne seriamente la funzione, sull’ambiente con
norme che hanno dato il via libera a scelte devastanti, è obbligato a
scegliere un terreno di scontro non usuale come i referendum abrogativi o la
rivendicazione del referendum oppositivo sulle modifiche della Costituzione.
Se il parlamento non ce la fa, e non ce la sta facendo, a contrastare le
scelte dominanti, se gli interessi politici prevalenti spingono ad approvare
provvedimenti inaccettabili, resta solo la possibilità di fare appello ai
cittadini, cercando di renderli consapevoli che le scelte in ballo sono di
fondo e decideranno del futuro del nostro paese. […] I
referendum sono una via impervia ma è l’unica che resta per fermare il
renzismo prima che diventi regime. Se a primavera inizierà una stagione
referendaria che investirà, come sembra possibile, modifiche della
Costituzione, legge elettorale, scuola, diritti di chi lavora potrebbe
crearsi una diversa consapevolezza nei cittadini e potrebbe tornare la
speranza che il regime targato Renzi non è l’unico futuro possibile.
Aspettiamoci demagogia a non finire. Renzi insisterà sul taglio dei
senatori, ma sarà facile rispondere che si potevano differenziare i ruoli
delle camere e ridurre il numero dei parlamentari con altri meccanismi,
indicati ad esempio dalla proposta di legge Chiti, ignorata dal governo.
Altre scelte erano e sono possibili, a condizione che queste vengano
bocciate.
Fermare è possibile, fermare è necessario. Salvare la Costituzione da
manomissioni è un compito primario.[…]

3 commenti

  • 1 francesco Cocco
    5 Gennaio 2016 - 09:52

    Non dobbiamo aspettare l’ autunno. Bisogna organizzarsi il più presto possibile per fermare lo sciagurato proposito di capovolgere la Costituzione nata da tanti sacrifici

  • 2 Oggi martedì 5 gennaio 2015 | Aladin Pensiero
    5 Gennaio 2016 - 10:00

    […] SAVE THE DATE Referendum: vincere per difendere la Costituzione e battere Renzi 5 Gennaio 2016, su Democraziaoggi Alfiero Grandi Nella conferenza stampa di fine anno Renzi ha confermato che in autunno cercherà […]

  • 3 Lucia Pagella
    5 Gennaio 2016 - 18:39

    E’ tutto vero e urgentissimo. Questa strada é la sola possibile perché se non é il popolo a rivoltarsi non possiamo sperare che lo facciano deputati e senatori comondamente assisi ben pagati sui loro scranni. Nel PD non c’é più nessuno che mi dia fiducia. Anche la cosiddetta sinistra, compreso Bersani, non é capace di lottare e coloro che sono usciti, invece di unirsi, hanno creato uno spezzatino che confonde le idee e ci condanna all’ennesima sconfitta.

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