Sinistra sarda: quanto è necessario uscire dall’ambiguità!

16 Ottobre 2018
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Roberto Mirasola - responsabile provinciale SI

La domenica mattina è sempre un piacere far colazione al bar sfogliando i giornali. Se sei fortunato incontri anche qualche amico con il quale scambiare due chiacchiere. La fortuna oggi non si è fatta attendere, ed ecco che intravedo un caro amico dalle limpide idee di sinistra, uno a cui sono riuscito a strappare il voto ai  cinque stelle alle scorse elezioni, vista la sua delusione per tutto quanto ruota oggi a sinistra. Si avvicina, si siede affianco e mi chiede preoccupato: “ma voi di LeU cosa state combinando?” Sul momento penso ai ritardi sulla costruzione del progetto e dunque inizio a balbettare….  “si insomma si sta lavorando ai comitati promotori ma effettivamente il percorso procede a rilento”. L’amico esplicita più chiaramente la sua domanda: “no, non mi riferisco a questo, ho letto anch’io le dichiarazioni di Grasso, la sua preoccupazione ed i suoi ultimatum, ma soprattutto  la necessità di costruire una forza di sinistra che sappia rompere con il passato”, quindi di rimando mi indica l’articolo pubblicato sull’Unione dove si riporta che anche MDP intende dare il suo sostegno alla candidatura di Massimo Zedda, e che il capogruppo in Consiglio è anche uno dei famosi 130 sindaci firmatari del documento con il quale si invita il sindaco di Cagliari a prendere la guida della coalizione. “Ma no!” - dico io - “ vedrai che si tratta della solita boutade giornalistica, noi stiamo lavorando seriamente ad un alternativa, alla costruzione di un cartello delle sinistre, quelle vere, quelle che si battono  per la redistribuzione del reddito e per le diseguaglianze sempre più crescenti”. La risposta è un sorriso alquanto ironico  “non credo sia una boutade, la notizia è stata anticipata nei giorni scorsi da Sardinia Post, e poi se non fosse così si potrebbe sempre smentire, ma ad oggi tutto tace”. Sudo freddo, cerco di rimanere lucido, penso, ci sarà pure una via d’uscita in fin dei conti ci siamo presentati insieme alle politiche per dare battaglia. Certo, non siamo stati chiari come volevamo ma ora, caspita, ora per le regionali mica ci faremo fregare. Mi faccio dunque coraggio, non posso certo rimanere senza parole, e poi bisogna pur sempre difendere la ditta, costi quel che costi“, e dico:  “ma sai.. Massimo porta tanti voti magari vinciamo pure! Potrebbe essere una scelta giusta”. Vedo dipingersi nel volto dell’altro la delusione:  “ah ecco dunque tutte le belle parole sulla discontinuità con la vecchia giunta dove sono finite? Beh certo la responsabilità sarà del solo Pigliaru, tutti  gli altri assolti. Dunque avanti con Mater Olbia, riforma-sfascio degli Enti locali, sudditanza con Roma e magari se vi riesce il colpaccio questa volta riuscirete a far passare anche la legge Urbanistica”. “ Ma sai…” balbetto io“ dobbiamo fermare i barbari, ci sono le destre alle porte, vedi ieri hanno deportato anche i migranti da Riace, non è questo il momento di fare i puri, bisogna fare quadrato”. Mi rendo conto che con l’arte della retorica sto mettendo a dura prova la pazienza del mio amico, e infatti…. “ sai questi discorsi iniziano a stancare, prima dovevamo fermare Berlusconi e si è visto come è andata a finire. La verità è che bisogna pensare, elaborare una prospettiva che sappia dare speranza alla gente, ma per questo ci vuole tempo, Il male vero è purtroppo sempre lo stesso, l’ansia compulsiva di inseguire le elezioni e di arrivarci sempre impreparati perché si fanno i tavoli, le delegazioni, gli incontri, tutto incentrato sull’ora e subito. Sai vi ho votato, anzi mi son fidato di te, ma vedo che anche tu sei entrato nel meccanismo del sistema” beh che dire, come dargli torto. Cerco di riprendermi e concludo cercando si salvarmi “ si forse hai ragione, ma sai noi di SI abbiamo sempre cercato di guidare la baracca e stemperare le fughe in avanti degli altri, forse ora hanno esagerato però”. Finalmente vedo il suo viso rasserenarsi e di rimando mi dice: “ vero, però muovetevi altrimenti verrete fagocitati nel silenzio più assoluto e sarebbe un vero peccato”.

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