Statutaria ovvero quando l’arroganza porta al masochismo

10 Maggio 2009
3 Commenti


A.P.

Ma come poteva vincere Soru, se era circondato da consiglieri che non lo distoglievano neppure da tesi paradossali, sconcertanti e perfino masochiste. E questo sia nelle questioni giuridiche sia in quelle politiche. Avete letto la sentenza della Corte costituzionale che annulla la legge Statutaria? Dice esattamente che le opinioni di Soru sul referendum del 21 0ttobre 2007 avrebbero portato in ogni caso alla bocciatura della legge per illegittimità della promulgazione.
Cosa dicevano Soru , i suoi tifosi e i suoi giuristi a convenzione? Che occorreva il quorum per la validità del referendum sulla Statutaria. Ma se così fosse, la promulgazione sarebbe stata impossibile anche nel caso in cui i “sì” fossero stati prevalenti sui “no”. Dunque, sempre e comunque in caso di mancato raggiungimento del quorum, come oggi osserva la Consulta.
Noi del “Comitato per il No” invece siamo stati più possibilisti verso la promulgazione, perché abbiamo sempre sostenuto che questo è un referendum oppositivo o confermativo, e che la mancanza di quorum per questo tipo di referendum (al pari di quello sulle leggi costituzionali previsto dall’art. 138 Cost., di cui la legge sarda riproduce letteralmente la formulazione) importa l’approvazione della Legge statutaria e, dunque, l’obbligo di promulgazione, in caso di prevalenza dei sì, ossia dei voti favorevoli validamente espressi.
Come poteva vincere Soru se nella sua arroganza accoglieva perfino le interpretazioni più autolesioniste? Ma, in fondo, una logica in tutto questo c’era: a Soru le leggi e le loro interpretazioni non interessavano. L’una vale l’altra. La ragione? Lui decideva comunque a modo suo. Il principio di legalità, fondamento degli ordinamenti civili moderni, a lui è sempre stato estraneo. Aveva deciso di promulgare? Avrebbe promulgato sempre e comunque. Neppure il massiccio voto contrario (molto più di un sondaggio) lo ha fermato o lo ha convinto dell’opportunità di una pausa di riflessione. Ed ha sbattuto la testa al muro. Prima al referendum, poi alle elezioni regionali (che ne riproducono sostanzialmente il risultato) ed ora nel giudizio della Corte costituzionale. Che disastro!

3 commenti

  • 1 Sergio Ravaioli
    10 Maggio 2009 - 10:59

    Appunto. Un disastro!
    Quando ne prenderanno atto i vari partiti più o meno di sinistra che appena due mesi fa ci hanno proposto il medesimo campione per un secondo round?!
    Quando ne prenderanno atto i gruppi dirigenti romani che hanno zelantemente rimosso dalla strada del nostro superman i vari dissenzienti ? Sto pensando non solo al commissario del PD ma anche ad Antonio Di Pietro, il quale forse sta già lavorando alle giustificazioni che dovrà dare quando tra un mese si concluderà il procedimento di rinvio a giudizio del nostro ex governatore.
    E come criticare UDC e PSd’Az che non hanno voluto accodarsi ad un siffatto leader? E come non rendere omaggio alla coerenza, ed al sacrificio, del PSI !?!
    Sopratutto: cosa si fa concretamente per superare una tale situazione di sfascio, oltre ad auspicare genericamente una ripresa (rifondazione? rinascita?) della sinistra?
    Certo che il percorso non è facile, ma sarebbe ora che qualche interrogativo all’altezza dei problemi venisse posto anche al di fuori di questo apprezzato ma elitario sito Web.

  • 2 francesco cocco
    10 Maggio 2009 - 19:52

    Certo avrei preferito che la statutaria fosse caduta per aspetti più “sostanziali”, a cominciare dall’assudo divieto d’indire il referendum sullo status dei consiglieri regionali. Divieto col quale la nostra “castina” blindava i suoi privilegi. Eppure il dettato costituzionale è molto chiaro e vieta il referendum “…per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto,di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”……ma evidentemente la forza del privilegio è più forte della legge fondamentale della Repubblica ! Detto questo non si pensi che la formula della promulgazione sia un fatto meramente formale, altri hanno dimostrato ampiamente il contrario e non voglio tornarci. Anche perchè mi preme dedicare qualche riga al fatto che qualcuno vede una grave iattura che con la bocciatura della statutaria cada il divieto di scindere il ruolo di consigliere da quello di assessore. Come se in un personale politico di 80 eletti non vi fosse un numero sufficiente di persone per formare l’ organo legislativo e quello esecutivo, come è sempre stato sino a qualche tempo fa. Se d’icompatibilità si deve parlare deve essere quella della contemporanea remunerazione tra consigliere e assessore: la remunerazione dev’ essere soltanto per una delle due funzioni. Credo sia giunto il tempo di pensare seriamente agli interessi dle popolo sardo e non a quelli della classe politica sarda.

  • 3 Radio Londra
    10 Maggio 2009 - 20:09

    Sarà anche tutto vero, per carità, ci mancherebbe altro anche se poi un dubbio di merito rimane.
    La statutaria è stata cancellata per un vizio di forma, sembrerebbe di capire, e tuttavvia sembrerebbe di ricordare che fu approvata a maggioranza assoluta.
    Vero tutto quanto detto sull’aspetto formale e sulla procedura ma viene anche spontaneo chiedersi e richiedersi…. come mai fu approvata a maggioranza assoluta? Certezza di diritto sempre e perchè non anche legittimo dubbio in merito alla validità del provvedimento nel merito e nei contenuti? Proprio tutto da buttare? Legittimo dubbio.

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