Carbonia. Laconi alla Camera, dopo il comizio di Nadia Spano, ”Io so bene che questo commissario vi garantiva che avrebbe stroncato il comunismo a Carbonia. A Carbonia vi è una situazione di fascismo aperta che viene favorita, da un lato, da certi dirigenti dell’azienda e dall’altro dalla polizia nel modo più aperto”.

21 Maggio 2023
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Gianna Lai

Nuovo post domenicale sulla storia di Carbonia, dal 1° settembre 2019.

Ed è in quel clima così pesante che si verificano di nuovo cariche e pestaggi e fermi, in particolare durante il comizio del 28 agosto di Nadia Gallico Spano, la deputata del Pci eletta in Sardegna, e poi dopo il comizio del 1 settembre di Andrea Giardina, già Segretario della Camera del lavoro cittadina, appena scarcerato. Spano e Giardina, a giustificare le violenze lo stesso questore, dice L’Unità del 3 settembre, essendo Carbonia investita da un lungo sciopero. Così nella sua relazione di agosto, “in questi ultimi giorni a Carbonia quel dirigente, il Commissariato di PS, scioglieva un numeroso comizio tenuto dalla deputata Nadia Spano la quale, durante il discorso, pronunciava frasi oltraggiose a indirizzo del governo e della polizia che, a suo dire, manterrebbero l’ordine pubblico restringendo nelle galere innocenti lavoratori. Denunciata alla autorità giudiziaria”. Nel quadro su Carbonia anche la rappresentanza operaia: secondo i “sindacati liberi, le elezioni delle Commissoni interne non si sarebbero svolte in una atmosfera di legalità”, problema di “difficile soluzione”, conclude perplesso il questore.
Il comizio di Renzo Laconi, sempre in un clima di grande tensione, a mettere in luce, il 12 settembre, la nuova controffensiva padronale, denunciando apertamente la repressione in città ad opera della pubblica sicurezza, come leggiamo su L’Unità del giorno successivo. E poi di nuovo provocazioni durante i giorni dedicati alla Festa de L’Unità, le camionette della polizia a scortare i cortei che attraversano le vie cittadine, ancora su L’Unità del 20 settembre. Mentre La Relazione del Prefetto riferisce, a sua volta, di una “Intensa attività del PCI attraverso la Festa de L’Unità, che ne dimostra la capacità organizzativa”,
Così invece Nadia Spano nell’intervista del 1988 concessa all’autrice, “Il mio comizio nel contesto della Festa de l’Unità, era stato autorizzato, ma Pirrone aveva da tempo minacciato me e Velio dicendo che avrebbe impedito, d’ora in poi, ogni nostro intervento in città. Sotto il Bar del pero, la piazza Roma piena di gente, lungo il viale le camionette pronte con gli idranti, e poi tanti carabinieri e tanta polizia. Da una finestra del Municipio iniziai il mio discorso parlando dell’ordine pubblico in Sardegna, in riferimento all’uccisione di alcuni carabinieri in un paese dell’interno . Fu allora che Pirrone lanciò i tre squilli di tromba e i poliziotti iniziarono a picchiare tra la folla in modo selvaggio, rovesciando i tavoli del caffè e provocando un fuggi fuggi generale. La piazza occupata militarmente, io ripresi il microfono, rivolgendomi direttamente a poliziotti e carabinieri, per dire cosa si dovrebbe intendere quando si parla di ordine pubblico”.
Così Renzo Laconi, su quei fatti di Carbonia, ancora nell’intervento del 14 ottobre alla Camera: “Venendo ad un avvenimento più recente, citavo poco fa il comizio del 28 agosto tenuto dall’onorevole Nadia Spano, comizio disciolto con gli sfollagente dopo queste semplici parole - E adesso parliamo dell’ordine pubblico. Mentre migliaia di lavoratori giacciono in carcere… A questo punto fu scatenata la reazione. E’ stata fatta la denuncia per abuso di potere ma…”. Si inserisce nel discorso l’onorevole Scelba ministro dell’Interno - Ella sa che vi è una denunzia contro l’onorevole Nadia Spano; vi è una richiesta di autorizzazione a procedere in giudizio, la quale naturalmente non sarà concessa e così si continuerà a insultare la polizia. - Riprende Laconi, “Io le dico che la Spano non ha pronunziato che queste testuali parole - E adesso parliamo dell’ordine pubblico. Mentre migliaia di lavoratori giacciono in carcere - questa è la frase, a questo punto si odono gli squilli di tromba e viene interrotto il comizio, io domando che cosa si possa ravvisare di grave in una frase di questo genere e di cui non si conosce il seguito. E vengo ad un altro fatto, il 1 settembre si doveva tenere a Carbonia una conferenza in un locale chiuso, in un cinema, da parte del signor Giardina. Il commissario di pubblica sicurezza Pirrone non soltanto impedisce l’impianto degli altoparlanti ma vieta che si parli da un terrazzino del cinema, inoltre fa occupare dagli agenti i locali prospicenti il cinema. Era un cinema all’aperto ma, ciononostante, doveva considerarsi un locale chiuso. …Ora, dovendosi tenere questa conferenza, non soltanto si raduna nella piazza adiacente la solita quantità di mezzi motorizzati e di uomini armati, ma quasi un centinaio fra carabinieri e agenti sono stati comandati all’interno del locale al fine di controllare, parola per parola, il discorso dell’oratore. E questi agenti, pur essendo in un locale chiuso, erano regolarmente armati di mitra che tenevano sottobraccio, cioè pronti all’uso. Prima dell’inizio del discorso il signor Giardina è stato chiamato dal commissario di pubblica sicurezza, che gli ha fornito persino un determinato schema di discorso: se si fosse allontanato dallo schema il comizio sarebbe stato sciolto. E qusto metodo è stato usato anche con me, onorevole ministro: anche a me questo incredibile e ineffabile funzionario di Carbonia è venuto a dare consigli su che cosa io non dovessi dire a Carbonia. Anzi è venuto poi a dirmi esplicitamente - per oggi ho chiuso un occhio, ma se un’altra volta parlerà come ha parlato oggi a Carbonia, io scioglierò il comizio - …Questa è cosa che avvilisce tutti noi… il parlamento, che avvilisce la vita politica italiana… Io so bene che questo commissario che avete mandato a Carbonia, (egli lo dice pubblicamente in piazza), vi garantiva che avrebbe stroncato il comunismo a Carbonia e che la democrazia cristiana avrebbe raggiunto la maggiornza insieme coi fascisti. Ma questo non è avvenuto”. Ancora interruzioni da parte degli onorevoli Scelba e Michelini, quindi Laconi riprende “Carbonia è un regime assolutamente particolare, non è una città come le altre, non vi è un territorio che sia privato, tutto, anche le case sono di proprietà dell’azienda . Vive in Carbonia solo chi è nell’ambito dell’azienda ed ha il suo consenso”. E, polemizzando di nuovo con l’onorevole Michelini, “Quando si è stabilita da un lato la connivenza dei dirigenti dell’azienda con la polizia e, dall’altro, una connivenza tra polizia e movimento sociale italiano, …quando si stabilisce una situazione di questo genere, in cui si è ormai in un clima esasperatamente fascista, è evidente quali siano le conseguenze anche dal punto di vista elettorale. Che giovamento avete avuto mandandando un ispettore repubblichino? … A Carbonia vi è una situazione di fascismo aperta che viene favorita da un lato da certi dirigenti dell’azienda, dall’altro dalla polizia nel modo più aperto. …Per dire come si è giunti in un regime che dovrebbe essere di autonomia, in Sardegna. …La questione che suscita e determina le agitazioni e i movimenti di massa a Carbonia non è neanche una questione di classe, o almeno non soltanto di classe, (i movimenti che hanno puramente carattere sindacale sono rarissimi). In genere, tutte le volte che le maestranze di Carbonia si muovono lo fanno innanzi a un interesse che investe la vita non soltanto della classe operaia ma di tutto il bacino minerario e innanzi a un interesse di Carbonia come città.

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