Carbonia. Lussu in Senato: al comizio del consigliere regionale Dessanay inaudite violenze della polizia

28 Maggio 2023
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Gianna Lai

Oggi post domenicale sulla storia di Carbonia dal 1° settembre 2019.

 Lussu in Senato: “al comizio del consigliere regionale Dessanay la polizia, facendo uso di lacrimogeni e di armi da fuoco a scopo intimidatorio, ha causato decine di feriti. E’ un clima di fascismo questo, lo ha creato, arbitro assoluto della situazione, questo miserabile funzionario fascista. Chiediamo se il ministro non ritenga urgente ristabilire in Carbonia un clima di legalità democratica”

Il 16 ottobre, la Federazione del Pci chiede l’autorizzazione a ripetere la Festa de L’Unità nel centro cittadino che, in provincia, si protrae da 40 giorni: l’onorevole Sebastiano Dessanay, consigliere regionale del Pci, parla in quella data a Carbonia, “Cento feriti dopo l’irruzione delle forze dell’ordine tra la folla, durante il comizio cittadino del comunista professor Dessanay: invasa e saccheggiata la sede del Psd’az socialista da squadristi missini. Dessanay insultato e malmenato, poi fermato per alcune ore e riaccompagnato a Cagliari dagli agenti di Pubblica sicurezza”. Su L’Unità del 18 e del 22 ottobre. Sciolto il comizio “senza inviti e squilli di tromba, Pirrone non indossava la sciarpa tricolore né la divisa, colpita a colpi di moschetto la folla, spari e bombe lacrimogene lanciate in mezzo alla calca, inseguiti e picchiati i manifestanti, mentre la gente cerca riparo nei locali antistanti la piazza. Il Segretario del Psd’az socialista arrestato e trattenuto in prigione per tutta la notte. Numerosi i cittadini fermati”. E “clima di guerra civile denunciano in ordine del giorno Psi, Pci, Psd’az socialista, chiedendo l’allontanamento di Pirrone e la convocazione straordinaria del Consiglio regionale”. In quella sede inviata la loro mozione, perché venga destituito a Carbonia il commissario di pubblica sicurezza e perché si nomini “una commissione di inchiesta” e si intervenga “presso il governo per ottenere l’adozione di misure disciplinari contro i responsabili del fermo del consigliere regionale”.
E sono in tutto 40 gli arresti, spesso operati facendo irruzione nei locali pubblici, trattandosi in prevalenza di dirigenti sindacali: sciopero generale nel Sulcis, nonostante la presenza continua di pattuglie di polizia che attraversano la città, un’ora di sciopero in tutta la provincia di Cagliari. Sciopero totale, assicurati solo i servizi essenziali, a Carbonia la polizia costringe alcune decine di lavoratori, contro la loro stessa volontà, a entrare in miniera. Ed è ancora L’Unità del 20 ottobre a denunciare una “alleanza tra i sindacati liberi e la Pubblica sicurezza”, attribuendo, i primi, in un manifesto affisso nella miniera, alla folla scomposta la colpa degli scontri di piazza. Altre violenze, durante gli interrogatori degli arrestati, che si vuole obbligare a firmare una dichiarazione in cui essi stessi si assumano la responsabilità di aver impedito l’accesso al posto di lavoro durante lo sciopero: l’operaio Barboni, rifiutatosi di firmare, avrebbe portato a lungo in viso i segni del pestaggio nei locali della pubblica sicurezza
Così l’interpellanza Renzo laconi, Nadia Gallico Spano e Luigi Polano al Presidente della Camera dei deputati su L’Unità del 19 ottobre 1949: “Chiediamo di interpellare il Ministro dell’Interno per sapere se gli sia noto che il giorno 16 ottobre in Carbonia, in occasione di un comizio tenuto dall’onorevole Sebastiano Dessanay, consigliere regionale, il locale commissario di pubblica sicurezza, l’ex questore repubblichino Pirrone, ha proceduto ancora una volta con pretesti insignificanti, allo scioglimento del comizio ed ha perpetrato atti di inaudita violenza sia nei confronti dell’oratore, sia nei confronti della popolazione. Chiediamo se il ministro non ritenga urgente ristabilire in Carbonia un clima di legalità democratica, allontanadone un funzionario dissennato e fazioso che è la causa prima di ogni disordine e violenza”
Così nella seduta 20 ottobre in Senato, l’interrogazione di Emilio Lussu e Giuseppe Cavallera al Ministro degli Interni presentata nei giorni precedenti, “per conoscere, 1° le ragioni per le quali le forze di polizia a Carbonia (Cagliari), durante ogni riunione pubblica si tengano schierate con mitragliatrici e carri armati attorno ai pacifici cittadini, quasi fossero non i difensori ma i nemici delle libertà consacrate dalla Costituzione della Repubblica; 2° le ragioni per le quali il locale commissario di pubblica sicurezza, pressoché in tutte le pubbliche riunioni, faccia intervenire le forze di polizia per disperderle, violando manifestamente l’articolo 17 della Costituzione; 3° se il diritto che il commissario di pubblica sicurezza si arroga di giudicare, insindacabilmente, consentite oppure no le espressioni degli oratori nelle pubbliche riunioni, tragga origine da espresse disposizioni ministeriali. Per conoscere, inoltre, il giudizio del Ministro sui fatti avvenuti domenica 16 ottobre, sempre a Carbonia, durante una riunione pubblica in cui parlò il consigliere regionale, professor Dessanay. Durante quella riunione è stata impiegata la polizia che, facendo uso delle armi da fuoco e di bombe lacrimogene, ha causato decine di feriti. Sono stati altresì arbitrariamente fermati numerosi cittadini e arbitrariamente è stata invasa dalla polizia, con danni e feriti, la sede del Partito Sardo d’Azione Socialista. Per conoscere infine se il Ministro intenda prendere provvedimenti, e quali, contro i funzionari responsabili di tanti arbitri. E se il Ministro consideri decoroso, per la dignità delle istituzioni repubblicane, che a Carbonia continui a prestare servizio, quale massiam autorità di pubblica sicurezza, un ex console della milizia della repubblica fascista-tedesca di Salò, il quale, menando vanto del suo passato fascista e minacciando rappresaglie, costituisce, in una popolazione laboriosa, pacifica e repubblicana, una provocazione permanente e un insulto agli ideali della liberazione, di cui la Repubblica deve essere il simbolo” .

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