Cospito, accanimento ingiusto

28 Giugno 2023
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A.P.

Avete saputo. Dopo che la Corte Costituzìonale ha correttamente annullato la norma che impediva di valutare e soppesare aggravanti ed attenuanti nel reato contestato a Cospito, la causa e’ tornata in appello a Torino. Applicando la disciplina risultante dall’intervento della Consulta  all’anarchico la Corte d’assise d’Appello ha irrogato 23 anni di carcere e il 41 bis. Il PM aveva chiesto addirittura l’ergastolo come se assieme al contenitore di rifiuti fossero saltati per aria anche i CC.

Ora esprimere giudizi  sull’esito di vicende processuali di cui non si conoscono le carte e’ sempre imprudente e abitrario.  Tuttavia in questo caso la TV  ha mostrato il misfatto di Cospito che e ‘ consistito nel far saltare due bidoni di immondezza nella strada antistante una caserma di CC a Fossano nel cuneese.

Questo e’ il fatto, benche’ Cospito forse sperasse in un effetto maggiore anche a danno dei CC.  (lui pero’ nega anche la partecipazione). Un fatto grave ma non certo da punire cosi’ severamente. I giuristi sanno che il diritto del caso concreto, ossia da applicare, non e’ quello astratto previsto dalle norme ma quello che nasce dalla interazione norma/fatto. Su questa base non c’e’ dubbio che qui il fatto e’ consistito nel danneggiamento di due contenitori di immondezza e 23 anni di carcere sembrano troppi, sproporzionati. L’impressione e’ che piu’ che il fatto si voglia punire, dare un segnale all’anarchismo. Ma se cosi’ fosse,  si andrebbe oltre il compito del giudice e del giudizio. Si commetterebbe un’ingiustizia. E qui,  badando al caso senza indulgenze ma anche senza accanimenti, si e’ colti dalla sensazione che Cospito sia vittima di un’ingiustizia.

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