Regionali. Che succede? La destra firma, per se stessa, alcune liste della sinistra

17 Gennaio 2024
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A.P.

Alla presentazione dei simboli apprendiamo  che molti di quelli aderenti a Soru sono stati depositati con firma di consiglieri regionali di destra. Sotto pubblichiamo uno scritto di Lucia Chessa dei Rossomori, che non aderisce a Soru e parla di sottoscrizione tecnica necessaria per scansare la raccolta delle firme prescritta da una legge elettorale indecorosa ed ingiusta voluta da PD e destra in chiave anti 5 Stelle. Anche Lai di Liberu esprime lo stesso concetto. Ne prendiamo atto, eppure non convince. Sarà che ho una formazione d’altri tempi (e per questo mi son ritirato da tempo dalla politica di partito) ma chiedere soccorso agli avversari è sempre un atto politico. Mao diceva che anche mangiare una mela è fatto politico.  Non vi sembra che la destra tragga vantaggio dal raggruppamento di Soru? Che divida il centrosinistra è fuori discussione, matematico, incontrovertibile. Alla fine sembra più coerente la scelta di Potere al popolo, che, preso atto dello scollamento della lista di sinistra, ha deciso di non presentarsi alle elezioni. Certo fa impressione Rifondazione comunista che si genuflette a Soru e presenta la lista grazie alla firma di un consigliere regionale di destra.  
C’è qualcosa che non torna. Tutto questo giro di valzer fa vincere la destra. Ma, scusate, sono uno di sinistra d’altri tempi.

Ecco ora il post di Lucia Chessa.

 

Lucia Chessa

Di elezioni regionali e adesioni tecniche.

 

Trovo già positivo che, a questo giro si parli di adesioni tecniche.

 

Finalmente! Perché negli ultimi 10 anni, e cioè da quando è in vigore questo schifo di legge elettorale sarda, questo strumento è stato da tutti utilizzato a piene mani, solo che non se ne parlava, era più bello e comodo così. Anzi, anche più elegante direi!

 

Praticamente, l’adesione tecnica è la possibilità, (prevista dalla legge approvata dal Consiglio Regionale nel 2013, con i voti del centro destra e centro sinistra concordi come bravi fratellini), che nella presentazione di una lista, le firme autenticate di circa 4.500 cittadini sottoscrittori, possano essere sostituite da un’unica firma. Quella di un consigliere regionale anche candidato, da tutt’altra parte e in tutt’ altra lista.

 

4500 firme autenticate sono tantissime. Per raccoglierle ci vuole molto tempo, molti volontari, e soprattutto molti autenticatori disponibili, quasi un ostacolo insormontabile soprattutto per i gruppi di nuova formazione. Ed è certo che i gruppi che hanno votato questa norma sapevano bene cosa stavano facendo. Praticamente stavano consegnando a loro stessi una specie di controllo politico sulle liste ammissibili alle elezioni. In sostanza il Consiglio regionale si blindava, alla faccia della libera competizione democratica e del popolo sovrano.

Senza nessun clamore lo strumento è in uso da 10 anni, destra e sinistra lo hanno messo a punto, se lo sono covato per tutto questo tempo, utilizzandolo abitualmente per facilitare amici ed ostacolare nemici, per spianare strade o renderle impercorribili

Quindi. Mi rivolgo agli scandalizzati dell’ultima ora, alle anime candide che si indignano per le adesioni tecniche di consiglieri di un campo alle liste del campo opposto, io dico che sarebbe meglio tacere, perché niente c’è di nuovo sotto il sole.

O forse si. Una cosa c’è di nuovo questa volta, ed è importante.

 

Mentre fino ad ora gli accordi si facevano sottotraccia, e anche questa volta in molti si erano già procurati le adesioni senza troppo clamore, noi di Sardigna R-esiste abbiamo rivolto un appello pubblico denunciando la pesante carica discriminatoria del sistema.

 

Senza avere nessuna garanzia di risposta, abbiamo inviato 60 mail a tutti i 60 consiglieri regionali ma non per chiedere un favore, bensì per rivendicare il nostro diritto di partecipare alle elezioni in condizioni di parità con gli altri.

Risultato: Mentre il centro sinistra imbarazzato ci pensava, e valutava, e ma perché dovremmo, e vediamo, e ci pensiamo, e deve decidere quello, e deve decidere quell’altro, e vorrei ma non posso, e non me la sento… La coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia ha battuto tutti sul tempo. Ci ha chiamato e ci ha chiesto se l’appello era rivolto anche a loro. E da li, un breve colloquio trasparente, e la firma è arrivata da un consigliere regionale dell’UDC. A norma di legge.

Ora, non è colpa nostra se la possibilità di andare ad elezioni ce la da un consigliere di campo opposto al nostro e non la sedicente sinistra antifascista.

Loro che accampano superiorità presunte, che si interroghino bene. La legge che consente tutto ciò l’hanno votata anche loro. Hanno avuto la possibilità, durante la giunta Pigliaru, di modificarla ma se ne sono guardati bene. Lo strumento lo hanno sempre utilizzato per le convenienze loro e adesso?

Fammi capire?

Gridano allo scandalo perché la destra ci fa andare ad elezioni? Denunciano che ci firmano le liste perché vogliono indebolire il fronte degli avversari?

Ma dai. Loro del resto ci hanno negato l’adesione per un motivo uguale e contrario. Non indebolirsi e frantumarsi ancora.

Quindi. Cerchiamo di essere seri, che il silenzio è spesso molto più elegante.

Inutile aggiungere, credo, che uno dei punti del programma di Sardigna R-esiste è la riforma totale della legge elettorale sarda.

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