Suvvia, Renato, vieni al cinema con noi!

9 Giugno 2008
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Red

A Soru non piace il cinema? Sembra che sia proprio così. E’ prodigo verso alcune iniziative culturali, sicuraente di pregio anche per le grosse somme messe a disposizione, ma non mette altrettanto entusiasmo nella costituzione della Fondazione “Cineteca regionale sarda”. E’ quanto emerge da una petizione di alcune associazioni di cultura cinematografica ed educativa ai Presidenti della Regione e del Consiglio Regionale, alla Giunta Regionale e alla Società Umanitaria.
Il Centro Regionale Sardo della FICC, (Federazione Italiana dei Circoli del Cinema), la FedIC, (Federazione Italiana Cineamatori), l’ARCI-UCCA, (Unione dei Circoli del Cinema ARCI), l’AIB (Associazione Italiana Biblioteche), l’MCE, (Movimento di Cooperazione Educativa), il CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti) ricordano che la decisione di promuovere la costituzione della Fondazione “Cineteca regionale sarda”, è stata assunta con l’art. 14 della Legge regionale n. 15 del 20 settembre 2006, nel cui testo si riconosce l’importanza dell’attività che ormai da più di 40 anni la Cineteca Sarda della Società Umanitaria svolge in Sardegna. Tuttavia, lo schema di Statuto della Fondazione, approvato il 20 dicembre 2007, in difformità dalla legge, ha sostanzialmente riconosciuto soltanto il Centro di Servizi Culturali di Cagliari della Società Umanitaria.Di qui l’allarme della associazioni. “Assistiamo ora con preoccupazione e sconcerto – dicono nella petizione - ad una serie di iniziative culturali e politiche che, pur nell’intento senz’altro meritorio di proporre al pubblico un’immensa mole di materiali audiovisivi – come avviene per la Sardegna Digital Library – o di organizzare nuove istituzioni culturali quali la “Fabbrica della creatività” e il “Centro di documentazione audiovisiva del cinema, dello spettacolo, archivi RAI e Luce”, senz’altro di grande interesse, sembrano ignorare, con un’incomprensibile mancanza di memoria storica, il lavoro svolto in Sardegna dalla Cineteca Sarda della Società Umanitaria a partire dal 1966”. Quest’ultima viene così trascurata ancorché “sia sempre stata e sia oggi un interlocutore imprescindibile per chiunque abbia scelto di impegnarsi in Sardegna, in ogni sede, sul terreno della formazione e dell’organizzazione del pubblico, dell’uso formativo degli audiovisivi, con un lavoro strenuo e capillare mirante alla crescita della cultura - non solo cinematografica - in senso democratico”. Impegno improntato “al dialogo con le realtà associative diffuse sul territorio e l’offerta gratuita e continua non solo di materiale audiovisivo, ma anche di formazione sul piano metodologico, oltre che tecnico”. Di qui il riconoscimento e la stima a livello sia nazionale che internazionale, come mostrano la collaborazione costante con le Cineteche italiane e la presenza della Cineteca Sarda nella FIAF. Negli anni si è formato un patrimonio audiovisivo, un deposito di competenze, professionalità e sensibilità dentro e attorno ai Centri di Servizi Culturali della Società Umanitaria, nell’associazionismo di base: un bene pubblico prezioso, che deve essere riconosciuto, difeso e potenziato.
Di qui l’auspicio che “la costituzione – prevista dalla legge – di una fondazione mista pubblico-privato possa essere lo strumento giusto per garantire, attraverso l’indispensabile coinvolgimento della Società Umanitaria, il potenziamento e il radicamento di quel servizio pubblico che la ‘Cineteca Sarda’ ha fino ad oggi offerto a associazioni, scuole, biblioteche, università e a tutti e tutte coloro che hanno operato con gli audiovisivi per contribuire alla crescita culturale della Sardegna”. Una domanda giusta che merita ben più della sottoscrizione della petizione. Suvvia, Renato, fai finalmente un bel sorriso e vieni al cinema con noi!

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