Bersani, con Ingroia non rifare le cavolate di Walter!

17 Gennaio 2013
1 Commento


Andrea Pubusa

Devo dire che Bersani mi è molto piaciuto nella conduzione delle primarie. Le ha volute, le ha organizzate, le ha gestite in modo esemplare. Ha voluto Renzi come concorrente, affinché apparissero vere. Ha insistito nel coinvolgimento di Vendola per legare quell’area all’esito scontato di quella competizione. Ha saputo dire la sua, con fermezza, ma senza sollevare i toni. Con eleganza e intelligenza ha così ottenuto un grande successo mediatico e d’immagine per sé e per il PD, si è affermato come candidato indiscusso del centrosinistra. Un’operazione da manuale.
Ora però sta ricadendo nel vecchio vizio di matrice veltroniana. Insegue Monti, senza aver capito che è uno dei politici più infidi e ambiziosi comparsi negli ultimi decenni. Non ha preso atto fin in fondo della natura profondamente conservatrice e di destra del Prof., testimoniata dai suoi trascorsi e dai suoi collegamenti internazionali. A questo inseguimento poi accompagna la chiusura verso Ingroia. Come fece Walter con Bertinotti, Vendola e gli altri. E sappiamo come è andata a finire…nella rovina comune!
Direte, oggi non c’è pericolo di ripetere quella esperienza. Invece c’è, eccome! Il Senato è già a rischio. Ma anche alla Camera può succedere che davanti a Monti si presentino due forni. Siete sicuri che sceglierà quello alla sua sinistra? Se Berlusconi sta in disparte, siete sicuri che non si rivolga a destra? Pensate che la sua storia renda più naturale l’accordo con Bersani anziché con un’altra forza che fa anch’essa parte del partito popolare europeo? E Casini e Fini perché dovrebbero spingere a sinistra? Non hanno sempre chiesto al Cavaliere di farsi da parte e di creare così un grande centro-destra?
Man mano che la campagna elettorale va avanti la vittoria del PD e di Bersani diventa sempre meno scontata. Ed allora perché chiudere ad Ingroia, che si sta rivelando uomo fermo nei principi, ma anche aperto al dialogo? Bersani non può pensare di neutralizzare Rivoluzione civile con l’appello al voto utile. E’ un comportamento poco elegante, che indispettisce i sostenitori di Rivoluzione civile. Chi vota Ingroia è antimontiano e non perdona a Bersani di averlo appoggiato anche nei provvedimenti più impopolari. Dunque, è difficile che il grosso degli elettori di Rivoluzione civile passi al PD o a Vendola. Bersani deve prendere atto che questo orientamento è molto diffuso e radicato in una parte dell’elettorato di sinistra e ad Ingroia va il merito di uno sforzo per intercettarlo, sottraendolo all’astensione o al populismo di Grillo. Ed allora perché non valutare l’apparentamento anche con Rivoluzione civile? Perché il Cavaliere si allea disinvoltamente anche con un fascista non pentito come Storace, e Bersani non può allearsi con un “partigiano della Costituzione” come Ingroia? Capisco l’obiezione: l’opportunità politica (leggi: la propensione all’accordo col centro) lo sconsiglia. Ma si potrebbe fare anche un accordo “tecnico” che consente ad Ingroia una soglia d’entrata in Parlamento più bassa e apre la strada al patto di desistenza. Per il Senato ci dev’essere un accordo, non un’intimazione o una richiesta di resa. Fra l’altro Rivoluzione civile è in crescita nei sondaggi e in alcune regioni molto importanti e popolose è sopra il 10%. Dopo le elezioni un buon rapporto con questa lista, sarà in ogni caso utile, salvo esporsi senza paracadute al sicuro ricatto di Monti.
Caro Pierluigi, tu che sei un uomo pratico e di buon senso, non hai mai chiuso la porta a chi ti ha chiesto di dialogare pur nella differenza delle posizioni, non ti pare ci siano tutti gli ingredienti per non ripetere le cavolate di Walter?

1 commento

  • 1 Marcello Vignolo
    19 Gennaio 2013 - 11:50

    Caro Andrea,
    sono certo che, fra i tanti italiani che da sempre si sentono di sinistra, ve ne sono molti che, troppe volte, hanno dovuto votare a sinistra più per votare contro la destra e contro gli impresentabili che questa proponeva che per votare per i programmi e per i candidati che la sinistra di volta in volta proponeva. Sono altrettanto certo che, spesso, il preminente interesse a sconfiggere la conservazione può anche aver indotto chi sentiva in sé una maggiore consonanza con i programmi e i candidati proposti da partiti o organizzazioni minori del panorama della sinistra a optare per il voto al partito maggiore perché l’unico capace di contendere la leadership alla destra. Questi italiani, questa volta, non avranno particolari crisi di coscienza, in primo luogo perché è tale l’insopportabilità degli avversari – Berlusconi e lega, prima di tutto, e subito dopo Monti con le sue ultime uscite – che il votare “contro” potrebbe già apparire come una scelta più che appagante. In secondo luogo, perché il panorama della “sinistra a sinistra” non mi sembra offra proposte tali da giustificare l’abbandono del voto utile proposto da Bersani. Salvo che non si voglia considerare di sinistra la proposta di Ingroia con la sua rivoluzione civile.
    Effettivamente, su questo sito, è piuttosto evidente la simpatia che questa lista ha suscitato e, francamente, non riesco ancora a darmene una spiegazione. In uno dei tuoi interventi ti chiedi perché mai Bersani non valuti favorevolmente la possibilità di un’alleanza con chi si è autodefinito “partigiano della costituzione”. Ti sembra davvero sufficiente che un procuratore della repubblica in carica si autoproclami partigiano della costituzione per dargli il credito che sembri attribuirgli? Ti sembra che quel procuratore della repubblica in carica abbia dato buona dimostrazione del suo rispetto per la costituzione quando, immediatamente dopo il comunicato stampa della Corte Costituzionale sul dispositivo della sentenza sulle intercettazioni di Napolitano, ha definito pubblicamente quella sentenza “politica”? Hai notizia di qualche altra iniziativa di questo dott. Ingroia capace di dimostrare questa sua partigianeria con riguardo, ad esempio, all’art. 4, II comma; all’art. 13; all’art. 21; all’art. 24; all’art. 25; all’art. 27, I, II e III comma; all’art. 32; all’art. 34 della Costituzione? Per fermarci ai primi. Ti sembra che nello spirito dell’art. 49 della Costituzione sia contemplata l’ipotesi del partito nominativo? Si potrebbe proseguire a lungo nell’esaminare punto per punto le possibili contraddizioni fra quel proclama e l’esperienza concreta, e per spiegare cosa ci sia di così straordinariamente apprezzabile nell’iniziativa di un procuratore della repubblica che, divenuto famoso per aver esercitato le sue funzioni – si spera – come avrebbe dovuto esercitarle qualunque altro cittadino (art. 54), senza lasciare la magistratura, opti per la candidatura alle elezioni politiche, ponendo al primo posto la battaglia per la legalità. Mi limiterò a ricordare la ben più rispettabile e convincente battaglia per la legalità condotta nella società civile da Don Ciotti e dalle tante associazioni che fanno di questo terribile problema, prima di tutto, una questione di crescita civile, culturale e sociale, senza alcun tornaconto personale. Ma il tema meriterebbe un approfondimento che renderebbe questo commento troppo lungo.
    La mia speranza, comunque, per tornare al principio, è che non si verifichi mai il caso che per un voto in più dato ad Ingroia ci si debba ritrovare con un parlamento con maggioranza di centrodestra e, magari, con una rinnovata alleanza Monti, Berlusconi, Casini e Fini.
    Marcello

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