PD sardo: autosospensioni di massa, ma per cosa?

18 Gennaio 2013
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Aldo Lobina

Comincio a preoccuparmi: troppe autosospensioni dentro il PD. In segno di protesta per una democrazia ferita. L’immaginario suggerito può essere raccapricciante: Tizia che pende sospesa  a fianco di  Caio  e    dieci consiglieri provinciali, qualche consigliere regionale, il presidente dell’Anci regionale. Il bollettino è sicuramente destinato a crescere  e nei prossimi giorni potrebbe consigliare a qualche impertinente dirigente romano del partito di proporre un cambio di bandiera in Sardegna, domata senza spargimento di sangue, che mandi finalmente in pensione  i quattro mori bendati e  li sostitusca con una dozzina di autosospesi nostrani. Tre per quadrante, sei uomini e sei donne, per rispettare le pari opportunità, almeno nei vessilli. Sacrificati alle ragioni del porcellum, che si è preso la sua rivincita.
Cos’è questa autosospensione se non un modo civile di protestare le ragioni di decisioni esterne al contesto che si voleva regolare, stante che si propongono candidature in un ordine diverso da quello uscito dalle primarie?
Non posso non essere solidale con loro; è il minimo che potessero fare. Non è certo lo sciopero della fame (non ce li vedo proprio!) ma..
Ma una domanda viene spontanea: possibile che questi personaggi  abbiano sensibilità così sbilanciate e vedano nelle scelte di lista del proprio partito contraddizioni, che sono reali, ma molto meno importanti di altre, che invece attengono a scelte di campo inopportune e dannose? Che si son guardati bene dal contestare? Che importa infatti “chi fa cosa” se quello che vien fatto è comunque sbagliato?
Il PD  nell’ultimo anno ha sostenuto  le decisioni del governo Monti, durissime nei confronti dei diritti dei poveri, sempre più poveri, e incomprensibilmente meno severe nei confronti delle caste di ogni ordine e grado. Possibile che questi signori e signore non si siano autosospesi quando il loro partito ha benedetto (e continua a farlo) la Fornero che cancellava l’articolo 18, quando lo stesso partito  ha votato a favore del  Fiscal Compact, che toglie 47 miliardi di spesa pubblica per i prossimi 20 anni? Quando ha difeso l’acquisto degli aerei militari, la TAV e non ha fatto nulla, dico nulla, per impedire la riforma delle pensioni, che grida vendetta?
Ora il Pd è una incompiuta. Ha bisogno di Vendola per accreditarsi a sinistra, ma lo ha di fatto indebolito, volendo continuare ad ingrassare a sue spese.  Svendolare quel che resta della sinistra, anche con la richiesta di desistenza fatta a Rivoluzione civile (che significherebbe ingroiarla), è operazione velleitaria, che troverà la sua mercede. Esso, rispondendo ai poteri forti internazionali a-democratici, non si pone il progetto di limitarli o quanto meno di governarli, ma ne subisce la forza e purtroppo anche il fascino. Si presenta per l’ordinaria amministrazione, senza speranza di riscatto per le nuove generazioni. Incartapecorito dalle frequentazioni con Fini , Casini e  Monti-zemolo. Montizemolando, appunto.
Incredibile!

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