Il Martini va salvato come “risorsa della città”

21 Ottobre 2015
2 Commenti


Gianfranco Sabattini

Sulle valenze economiche della permanenza del “Martini” nella sua sede storica, interviene Gianfranco Sabattini, autorevole economista dell’Ateneo cagliaritano, ma ancor prima, al pari di Paolo Savona, studente dell’Istituto, che, fra l’altro, ha avuto come preside Remo Fadda, per tanti anni docente di Economia politica a Giurisprudenza.

Giusta la preoccupazione di chi teme che le scuole collocate al centro della città siano considerate alla stregua di un ingombro, per cui sia valida l’idea di “scaraventarle” in periferia o, in ogni caso, di destinare le vecchie sedi scolastiche, poste in luoghi centrali della città, ad altre istituzioni sociali che, per quanto necessarie, non assolvono certo al ruolo proprio delle scuole. Al riguardo, si dovrebbe tener presente quanto il pensiero moderno ha acquisto riguardo al ruolo delle città e del loro tessuto scolastico in fatto di sviluppo locale, concepito ora come alternativa vincente rispetto alla tradizionali politiche centralistiche che, in realtà, come sta a dimostrare il caso del Mezzogiorno, ma anche quello della Sardegna, si sono dimostrate fallimentari.
Il moderno pensiero in fatto di sviluppo locale pone al centro dell’attenzione il ruolo delle comunità locali per sorreggere e governare la crescita e lo sviluppo del loro territorio, concorrendo alla formazione di una risorsa, il “capitale territoriale”, di cui sinora mai è stata considerata l’importanza. Una delle componenti del capitale territoriale è la coesione sociale, indispensabile per l’assunzione da parte delle singole comunità delle scelte, non prive di sacrifici, utili a promuovere una crescita ed uno sviluppo consoni alle loro aspirazioni.
Il fallimento delle politiche di sviluppo sinora attuate non ha cero contribuito a favorire l’approfondimento della coesione sociale; anzi, gli effetti del fallimento delle politiche del passato e i sacrifici imposti sul piano dei diritti sociali alle comunità territoriali dalla crisi che ha colpito il Paese hanno semmai peggiorato l’instabilità economica e sociale, sino a mettere in serio pericolo la capacità di tenuta dell’ordine comunitario e la conservazione di un minimo di solidarietà sociale.
Tenuto conto di quanto sin qui detto e del ruolo che le scuole di ogni grado sono chiamate a svolgere sul piano della coesione sociale, è davvero sorprendente che si pensi di trasferire quelle che ancora permangono al centro del tessuto urbano della città di Cagliari in periferia; semmai dovrebbe essere preso in seria considerazione un progetto che preveda di trasferire al centro delle città le scuole che nel tempo sono state trasferite o sono sorte nelle periferie, partendo dal presupposto che maggiore è l’interazione della popolazione studentesca dovuta alla vicinanza delle scuole, maggiore è la probabilità che sia interiorizzata dai giovani la consapevolezza dell’insostenibilità dello stato sociale ed economico attuale, sino a far lievitare in essi l’urgenza di un impegno comune per porre rimedio alla insostenibile status esistenziale cui loro malgrado sono costretti a subire gli effetti negativi.
Il trasferimento del Martini, dunque, dovrebbe essere giudicato nell’ottica sin qui succintamente indicata; il trasferimento se fosse, come si dice, realmente determinato dall’intenzione di assegnare il vecchio caseggiato della scuola all’allargamento della sede dell’adiacente legione dei carabinieri, corrisponderebbe ad una decisione del tutto incomprensibile, considerato che dovrebbero essere le strutture delle Stato ad essere trasferite in periferia e non le scuole; a queste dovrebbero, invece, essere assegnate le sedi di tali strutture, con grande vantaggio per l’intera comunità cittadina, ma anche per una migliore conservazione della capacità di tenuta della struttura urbana, considerato che la presenza di infrastrutture pubbliche diffuse nella città rappresentano, come da tempo si sostiene, un insopportabile costo per l’usura che esse causano ingiustificatamente.

2 commenti

  • 1 Rosamaria Maggio
    21 Ottobre 2015 - 06:36

    Prezioso intervento del Prof. Sabattini sulla delocalizzazione delle scuole.Sarebbe davvero importante rivoluzionare la tendenze e riportare anche quelle trasferite in periferia al centro. Un tempo il centro di Cagliari pullulava di studenti attorno alle scuole. Ora per incontrarsi devono andare alle città mercato…ed infatti il Martini verrà trasferito in prossimità di un centro commerciale!

  • 2 Valeria
    22 Ottobre 2015 - 12:12

    Indipendentemente dalla scelta politica di fondo (certamente sbagliata), occorrerebbe chiedere alla Provincia una copia della perizia che ha portato alla chiusura urgente, perchè spesso quelli che appaiono come interventi tecnici sono tali solo in teoria. Se un ingegnere serio dovesse rilevare che la perizia fatta - sulla quale soltanto si fonda la delibera - è manchevole o inesatta, si potrebbe chiedere la sospensione della delibera provinciale quantomeno fino all’inizio dei lavori.

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