Legge elettorale sarda e donne dei partiti: chi, uomo o donna, vuol partecipare a una rapina è rapinatore

3 Ottobre 2017
2 Commenti


Amsicora

Poniamo che una  banda, tutta formata di machi, decida di compiere una rapina, la compia e poi spartisca il bottino fra i suoi componenti. Poche chiacchiere: son delinquenti! Poniamo che le donne del gruppo lamentino il carattere maschilista della rapina e chiedano alla prossima di esserne partecipi, che so io, al 30/40%. Voi cosa dite? La richiesta di partecipazione all’espropriazione illecita e alla distribuzione dell’oggetto del reato, si configura come volontà, progetto, proposito di concorrere al fatto delittuoso? E, secondo voi, in questa determinazione, c’è o no dolo?
Direte, che cavolo di domande sono mai queste? Che ci vuoi prendere per i fondelli? La risposta è ovvia e banale: le femmine vogliono far parte a pieno titolo della banda dei rapinatori, vogliono ardentemente essere rapinatrici. Bene, anch’io la penso come voi. E così, credo, la pensino tutti gli umanidi di buon senso e normale comprendonio.
Abbiate pazienza ancora un po’! Sentite, se un gruppo di legislatori regionali approva, in vista delle imminenti elezioni, una legge elettorale che, tra premi di maggioranza e sbarramenti vari, allontana dalle urne la metà dell’elettorato, priva di rappresentanza liste che hanno avuto decine di migliaia di voti e poi, nel raptus predatorio, priva anche le donne della banda di rappresentanza, voi che dite? Poche chiacchiere: sono dei malfattori della più bell’acqua. E avete ragione, anzi siete perfino benevoli nel non aggiungere altro. E se le donne della banda, escluse dalla bardana e dal bottino elettorale, chiedono di partecipare alla scorribanda e di dividere in parti più equilibrate il maltolto, voi cosa dite? Dite che queste sono delle signore virtuose che rivendicano l’eguaglianza? O che sono della stessa pasta dei loro uomini, ossia aspiranti rapinatrici? Credo che, ancora una volta, le persone di normale comprendonio e di medio buon senso rispondono: sì anche loro sono pervase da un istinto predatorio.
Poniamo, invece, che una massa di uomini e di donne si sollevi contro la truffa e chieda di tornare ad un sistema elettorale in cui tutti abbiano quanto spetta loro più o meno in ragione dei voti raccolti. Voi cosa pensate? Se avete ancora un barlume di cervello, credo pensiate che questo sia buono e giusto.
Chiederete: ma dove vuoi arrivare con tutti questi quesiti banali, barocchi e retorici? Dove vuoi andare a parare? A nulla, a niente di niente, amici miei! Solo ad affermare che le donne che propongono di emendare la legge truffa regionale in loro favore, con un inciso sulla doppia preferenza, senza pretenderne una revisione radicale che la riconduca in un alveo proporzionale, non fanno una battaglia di democrazia, ma si battono per concorrere ad un furto di rappresentanza. Sparano contro il 50% dei sardi che con questa legge non si recano neppure alle urne. Minano in concreto l’esercizio del diritto di voto. Rubano poi a molti dei votanti la loro rappresentanza, quale risulta dalla percentuale dei voti delle loro liste se minoritarie. Di più e peggio: dicono e fanno dire ai loro uomini che una rapina per il solo fatto d’avere la loro partecipazione, diventa una grande evento democratico. Dicono d’essere donne, ma hanno istitinti e comportamenti da uomini e non dei migliori.

2 commenti

  • 1 Oggi martedì 3 ottobre 2017 | Aladin Pensiero
    3 Ottobre 2017 - 08:43

    […] sarda e donne dei partiti: chi, uomo o donna, vuol partecipare a una rapina è rapinatore Obre 201 Su Democraziaoggi, Amsicora. […]

  • 2 lucia Pagella
    3 Ottobre 2017 - 20:04

    Troppo ghiotta l’occasione per non intervenire.
    Il ragionamento é impeccabile e le conclusioni sono coerenti ma contengono in se il germe del sillogismo e, quindi, della semplificazione.
    E’ ovvio che se riteniamo che tutte le donne dei partiti sono delle aspiranti truffatrici non possiamo che essere d’accordo ma questo é poi vero?
    Io avrei dei dubbi altrimenti perché non considerare anche gli uomini dei partiti nello stesso modo ? ma anche questa conclusione conterrebbe lo stesso seme e si rischia di cadere in un secondo sillogismo ” tutti coloro che fanno parte dei partiti senza distinzione di genere, razza e religione sono dei truffatori “.
    Non vedo come una pessima legge nata in un contesto talmente maschilista da far impallidire persino gli emiri dell’Arabia saudita possa divenire ancora peggiore se si interviene per correggere almeno parzialmente un grossa ingiustizia. O si ritiene che l’elemento femminile sia geneticamente ed ontologicamente predisposto a delinquere ed avanzi una richiesta di partecipazione per godere di un diritto costituzionalmente garantito ( e quindi anche a modificare in meglio le leggi - questa compresa ) o bisogna ammettere che questa richiesta di illibatezza politica delle donne non convince affatto e appare come l’ultima thule della quasi esclusiva partecipazione degli uomini alla vita politica.
    Che molte donne in politica abbiano dato pessimi risultati é sotto gli occhi di tutti ma vi sono state leggi anche di grande civiltà che hanno visto la luce perché vi é stata una convinta partecipazione delle donne dei partiti. Le donne che hanno dato la peggiore declinazione della loro visione politica sono state sempre scelte dagli uomini che tendono a circondarsi renzianamente di soggetti che garantiscano fedeltà e predisposizione alla manipolazione.
    Giusta la soluzione di Amsicora ma come raggiungere il risultato se le donne non possono partecipare perché il sistema le esclude?
    E che dire del famoso tetto di cristallo che esclude le donne dagli incarichi di potere anche se quelle che eccezionalmente sono riuscite a sfondarlo abbiano spesso dato ottima prova di se? Anche in questo caso dovrebbero essere tenute lontano perché la partecipazione alle scelte economiche é normalmente disseminata di attività illegali?

    Rirposta

    L’articolo dice semplicente che gli uomini che hanno fatto la legge elettorale sarda sono dei malfattori, politicamente parlando. Anzi doppiamente malfattori perché imbrogliano l’elettorato sardo in generale e le donne in particolare, sostanzialmente escluse dalk’Assemblea regionale. Le donne, che chiedono di fruire di questa legge truffa, chiedono di essere parte di una truffa ai danni dell’elettorato sardo, donne sarde comprese. Dobbiamo, uomini e donne democratici, batterci perché sia riformata la legge (via iperpremi di maggioranza e sbarramenti!), e la riforma, per essere tale, non può che contenere meccanismi per realizzare una pari partecipazione delle donne alle assemblee (doppia preferenza). Quindi la prima parte del commento non pare colga il senso del post. Comunquw, per essere ancor più chiari: viva le donne, quelle serie (politicamente parlando), e gli uomini di buona volontà democratica.

Lascia un commento