Lodo Alfano: avvertimento alla Consulta

19 Settembre 2009
1 Commento


A.P.

Non si comprende se l’avvocato dell Stato Glauco Nori indicando, fra le possibili conseguenze di un pronuncia di incostituzionalita’ del ‘lodo Alfano’, le dimissioni di Berlusconi, voglia stimolare i giudici della Corte costituzionale ad avere una ragione in più per affossare il lodo o una per salvarlo. Certo è che la memoria difensiva è bizzarra, indica una ragione a difesa (?) del lodo Alfano di cui la Consulta non può tenr conto, essendo tenuta solo ad un sindacato di legittimità costituzionale della legge. Più che un’argomentazione giuridica è un avvertimento alla Corte nell’interesse e per conto del Cavaliere. Non a caso l’avvocato generale dello Stato, Oscar Fiumara, è dovuto intervenire a correggere in qualche modo la maldestra argomentazione difensiva inserita nella memoria. ‘In 133 anni di attivita’ - dice Fiumara - l’Avvocatura generale ha sempre parlato in linea di diritto. E infatti la memoria scritta dal collega Glauco Nori non si riferisce mai ad alcuna delle persone attualmente in carica. Noi prendiamo in considerazione solo le quattro cariche interessate dal Lodo, e fra esse il presidente del Consiglio, chiunque sia oggi o domani il titolare della carica. Perche’ se la legge verra’ dichiarata legittima sara’ applicabile anche in futuro’.
A chi gli fa notare che nella memoria dell’Avvocatura generale dello Stato si cita piu’ volte il rischio di dimissioni del premier attraverso argomentazioni non solo di carattere tecnico, Fiumara ribadisce che si e’ ‘parlato di ipotesi teoriche portate all’estremo per rilevare la delicatezza delle questioni’. Forse ci si poteva aspettare una arringa piu’ passionale da parte del difensore privato di Berlusconi che non dall’Avvocatura generale dello Stato? ‘Ognuno ha il suo stile. In verita’ - risponde Fiumara - mi sembra che nella memoria dell’avv. Nori, che ho letto e condiviso prima del suo deposito, vi fosse un grande rigore scientifico, con una serie di concatenazioni logiche che invitano la Corte a valutare la ragionevolezza della legge’. Una ‘ratio’ che - ripete Fiumara - ’si puo’ verificare nella necessita’ di contemperare due interessi fondamentali: quello generale a che il presidente del Consiglio svolga le funzioni pubbliche previste dalla Costituzione, e quello privato perche’ possa difendersi nel caso in cui sia imputato’ di un reato extrafunzionale. In altre parole, o il premier governa o passa il tempo nelle aule di giustizia, sotto i riflettori dei media e scontando la lunghezza dei tempi della giustizia italiana. Il ‘lodo’ prevede una soluzione che non e’ un’immunita’ (’altrimenti si’ che sarebbe stata necessaria una legge costituzionale’), ma una sospensione temporale del processo. ‘Se questa sia la scelta migliore ce lo dira’ la Corte Costituzionale - prosegue Fiumara - Pronostici non ne faccio mai. Ma ci tengo a ribadire che la memoria dell’Avvocatura generale dello Stato non e’ assolutamente fuori dalle righe’ ne’ ha inviato alla Corte un avvertimento per conto di chicchessia’.
Excusatio non petita potrebbe obiettarsi e ancora mettere in luce la schizofrenia di questa pur benemerita istituzione dello Stato. L’avvocatura erariale, che oggi travalica i suoi limiti per difendere il cavaliere più che lo Stato, è quella stessa che qualche tempo fà si è dovuta costituire parte civile contro Berlusconi in uno dei tanti processi dai quali ora il lodo Alfano lo esenta. Anche questo è il segno di un lenta berlusconizzazione delle nostre istituzioni. E il premier non risparmia i suoi sforzi per condizionare perfino la Corte costituzionale, l’unico organo, insieme, in parte, al CSM, finora fuori dalla sua orbita  d’influenza. Ricordate la cena con due membri della Consulta, a casa d’uno di essi, qualche mese fà?

1 commento

  • 1 andrea
    19 Settembre 2009 - 13:45

    L’avvocatura dello stato ha tentato di fare con la Corte ciò che Feltri ha fatto con Fini, seppur nel rispetto (formale) di un organo costituzionale che, come tale, non dovrebbe riconoscere autorità superiori (escludendo, ovviamente, le cene).
    Se si tenta di orientare il giudizio della Corte con argomentazioni di tipo politico, che comunque non spettano all’avvocatura dello stato, allora si ritengono non fondate (o dcarsamente fondate) le eccezioni di diritto. le previsioni, secondo i bene informati sono le seguenti: 8 per l’incostituzionalità, 5 per il rigetto, 2 incerti.
    Le cene e le prebende possono portare voti, come successo in occasione della caduta del governo prodi.
    conclusione: le istituzioni, oltre che berlusconizzate, sono marce. Urgono atti di rivendicazione di sovranità da parte dei Sardi.

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